Da Cascina Spiotta al sequestro Moro: alla Pro Loco il libro sulle Br
Sabato la presentazione del libro di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini
Lo scontro a fuoco tra carabinieri e brigatisti rossi in cui morì anche Mara Cogol
Sono in pieno svolgimento le indagini a opera della Procura della Repubblica di Torino sul riaperto caso del carabiniere Giovanni D’Alfonso, ucciso il 5 giugno 1975 presso la cascina Spiotta in un conflitto a fuoco tra brigatisti rossi e carabinieri. Sono stati coinvolti i ROS di Roma e i RIS di Parma. Vi è massimo riserbo, data la delicatezza della vicenda.
Il 4 ottobre, presso i RIS di Parma, sono stati avviati alcuni accertamenti e compiute operazioni su oggetti e documenti rinvenuti nel covo BR di via Maderno a Milano nel gennaio 1976. In particolare, con grande impegno tecnologico e scientifico, si è data attenzione ad una macchina da scrivere utilizzata probabilmente per redarre la relazione di molte pagine che il BR fuggito dalla Spiotta avrebbe consegnato ai vertici delle BR e al contenuto e stesura della memoria, rinvenuta nel covo. Si attendono gli esiti, non facili data la distanza temporale dei fatti.
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Nelle indagini, pare che siano stati già effettuati interrogatori e riscontri in merito agli atti di indagine del 1975 e nei confronti di alcuni brigatisti.
Nella cascina Spiotta era tenuto prigioniero Vittorio Vallarino Gancia e nello scontro a fuoco morì anche la brigatista Mara Cogol. Un terrorista riuscì a fuggire e non è mai stato identificato. Il caso ora è stato riaperto su iniziativa di Bruno D’Alfonso, figlio della vittima. Di grande utilità sarà certamente il libro di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini “Brigate Rosse. L’invisibile” (Falsopiano, 2021), che ricostruisce nel dettaglio lo scontro a fuoco della cascina Spiotta.
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