Il ‘Pontesturese’ Giuseppe Ricci e il dibattito sulla crisi energetica
Domenica al teatro Verdi
PONTESTURA – Domenica si è svolta a Pontestura la cerimonia di consegna del Premio Pontesturese dell’anno – istituito dall’associazione Apea – all’ingegner Giuseppe Ricci, direttore generale di Eni e presidente di Confindustria Energia.
L’evento, che si è svolto in un affollato Teatro Verdi, è stata un’interessante occasione per conoscere più da vicino il percorso professionale di Ricci e la sua vasta competenza in materia di energia, e al contempo è stato una dimostrazione di affetto da parte del paese a una persona che ha raggiunto straordinari successi professionali sempre mantenendo un forte legame con le sue radici.
Pontesturese, 63 anni, Ricci ha ricoperto diverse cariche all’interno del gruppo Eni, spostandosi negli anni in diverse sedi di lavoro in Italia e all’estero, fino a raggiungere la carica di direttore generale.
Apea ha voluto arricchire l’evento di consegna del premio con un approfondimento sul tema della crisi energetica condotto dall’ingegner Ricci con una serie di esperti di livello nazionale, riuniti in una tavola rotonda moderata dalla giornalista Chiara Ferrero.
In apertura dei lavori, Ricci ha introdotto l’argomento spiegando come la crisi attuale abbia avuto origine già nel 2021 da una serie di fattori quali lo spostamento degli investimenti mondiali sulle rinnovabili, il passaggio della Cina dal carbone al gas, la ripresa delle attività economiche dopo la crisi pandemica.
«Una situazione attuale molto complicata – ha detto – per contrastare la quale l’Italia ha messo in campo un piano di diversificazione delle forniture e in cui Eni ha giocato un ruolo fondamentale, di riempimento degli stoccaggi e di risparmi energetici che dovrebbe permetterci di sopportare anche una completa interruzione del gas russo se l’inverno sarà clemente».
«Il piano è in corso e deve essere completato al più presto – ha proseguito Ricci – perché, se per questo inverno possiamo contare sul riempimento degli stoccaggi oltre il 90%, per l’inverno successivo abbiamo la necessità di disporre dei nuovi rigassificatori che ci permetteranno di ricevere più gas liquido dai mercati internazionali. Analogamente dobbiamo spingere di più sulle rinnovabili e sfruttare i giacimenti di gas di cui il Paese ancora dispone».
Ricci ha proseguito affermando: «Questa crisi, prima energetica ma poi economica, ha evidenziato la fragilità del piano di decarbonizzazione europeo, troppo sbilanciato sull’elettrificazione dei consumi, bandendo il motore a combustione interna senza aver maturato e diffuso concrete e sostenibili alternative e minimizzando sia il supporto ai carburanti alternativi come i biofuels, che l’utilizzo della carbon capture e storage per decarbonizzare quelle industrie energivore che non possono utilizzare solo elettricità. «È ora di fare un bagno di realismo e passare dall’approccio ideologico ad un approccio olistico, che punti cioè a mettere in campo in modo sinergico e complementare tutte le soluzioni disponibili e persegua una sostenibilità integrata (ambientale, economica e sociale). Va infatti sempre valutato seriamente l’impatto sociale delle scelte in campo energetico e si deve favorire al massimo la riconversione e la trasformazione dei settori tradizionali e non il loro drastico abbandono, che potrebbe avere conseguenze molto gravi sul piano dell’occupazione».
Al discorso introduttivo di Ricci è seguita la tavola rotonda. L’ingegner Modestino Colarusso, direttore tecnico di Confindustria Energia, ha posto l’accento sull’importanza di gestire l’impatto sociale della trasformazione energetica. Per fare questo Confindustria ha promosso un tavolo strategico permanente tra aziende energetiche, sindacati, associazioni dei consumatori, università, ministeri. Attraverso questo lavoro congiunto si è arrivati a definire un piano di transizione giusta e inclusiva, attenta al lavoro e alle fasce più deboli, oltre che all’ambiente.
L’ingegner Ignazio Arces, responsabile Raffinazione Eni spa, ha sottolineato come sia importante evitare di fare scelte drastiche per poter attuare gradualmente la riconversione degli impianti esistenti, trasformandoli in poli di innovazione e salvaguardando così i posti di lavoro e le competenze maturate.
A questo proposito è stato particolarmente interessante ascoltare l’esperienza della dottoressa Claudia Prati, direttrice della bio-raffineria Versalis di Crescentino (nata alcuni anni fa dalla trasformazione dell’ex acciaieria Teksid). Lo stabilimento ha subito di recente un rinnovamento totale: produce bioetanolo a partire da biomasse (prevalentemente legna proveniente dalla pulizia dei boschi o dagli scarti della lavorazione industriale) ed è del tutto autosufficiente dal punto di vista energetico. A Crescentino si stanno sperimentando nuove produzioni con interessanti prospettive future: in questo modo sono stati salvaguardati i posti di lavoro e con essi le conoscenze e le competenze delle persone. La società di Crescentino attribuisce inoltre grande importanza al dialogo con il territorio, per cui lo stabilimento è aperto anche alle visite didattiche da parte delle scuole, con l’obiettivo di far conoscere i processi innovativi che vi si svolgono, e spiegare alle giovani generazioni del territorio i progetti per il futuro.
L’ingegner Andrea Tartaglia, trader presso la società Eon, ha spiegato quanto sia critico questo momento anche per le aziende distributrici di energia. Il mercato estremamente volatile pone le società di fronte a importanti rischi finanziari. Aziende e privati devono cambiare radicalmente le proprie abitudini per contribuire a superare questa crisi.
Anche la dottoressa Francesca Guarnieri di Eni ha sottolineato l’importanza di un approccio diversificato alla transizione energetica. La strategia di Eni in questo momento è quella di innovare e sperimentare su più fronti introducendo anche nuovi modelli di business. Energie rinnovabili, ma anche idrogeno, stoccaggio dell’anidride carbonica, abbattimento delle emissioni alla produzione, promozione della mobilità sostenibile.
L’evento si è concluso con la consegna del premio all’ingegner Ricci da parte della dottoressa Cristina Cattaneo, presidente onoraria di Apea. Un momento di allegria e di commozione tra gli applausi degli amici di gioventù e di tutto il pubblico presente in sala.
Tutte le foto di questo articolo sono di Gianpiero Napoli