Osservatorio Attivo: «L’ospedale di comunità deve riaprire»
Padre Ugo Barani torna all’attacco per il reparto chiuso con l’emergenza Covid
Le richieste si scontrano con la mancanza di personale sanitario
OVADA – Resta chiuso e non è chiaro quando potrà riaprire l’Ospedale di comunità di Ovada, che era stato inaugurato al secondo piano del nosocomio di via Ruffini nel 2019, tra le lodi della Regione e dell’Asl per il suo valore sperimentale a livello piemontese.
«Il problema è la carenza di infermieri. Nonostante le nostre insistenze, per ora non ci sono le condizioni per ripartire. Ma continuerò a cercare il confronto per riottenere un servizio chiave per la città e il territorio» spiega il sindaco, Paolo Lantero, che da mesi bussa alla porta dell’Asl sperando di sbloccare l’impasse.
L’ospedale di comunità, ricavato in una parte degli spazi lasciati liberi dalla Chirurgia, era un’ala a regime speciale, dove sotto la supervisione dei medici di famiglia potevano essere ricoverati per periodi di tempo limitati pazienti cronici o bisognosi di cure e terapie che non potevano essere seguiti a casa per diversi motivi.
Una via di mezzo tra medicina ospedaliera e territoriale che aveva dimostrato di saper rispondere in maniera efficace alle esigenze di una zona ad alto tasso di anziani. Poi, l’esplosione della pandemia a inizio 2020 ha congelato tutto. Il reparto è stato chiuso per lasciare spazio ai pazienti Covid, che avevano bisogno di letti, ma quando la fase più grave dell’emergenza è rientrata il servizio non è stato riattivato.
Osservatorio Attivo: «L’ospedale di comunità deve riaprire»
Padre Ugo Barani torna all’attacco per il reparto chiuso con l’emergenza Covid
«Ci proviamo da molto tempo – dice Lantero -, ma continuiamo a scontrarci con la mancanza di personale sanitario. E non parlo di dottori, visto che in questo caso specifico quella parte di prestazioni fa capo ai medici di base, ma degli infermieri. Forse l’Asl avrebbe potuto muoversi più velocemente per reclutarne di nuovi ma so che difficoltà sta affrontando l’azienda e non mi sento di dare giudizi. Però continueremo a insistere. La struttura è troppo importante su un territorio come il nostro».