Acqui - Genova "Diteci come spenderete gli 87 milioni di euro"
Dall'assemblea dei pendolari, tutti concordi sull'obiettivo di breve e medio periodo
Palazzo Delfino chiama in causa Rfi, Regioni e Ministero per il futuro della linea
OVADA – Un tavolo di confronto sulle prospettive dell’Acqui – Genova. A chiederlo è stato qualche giorno fa il sindaco Paolo Lantero. La lettera inviata al Ministero delle Infrastrutture, agli assessori a trasporti di Liguria (Giovanni Toti) e Piemonte (Marco Gabusi) e a RFI fa seguito all’incontro organizzato dal Comitato Trasporti Valli Stura e Orba qualche settimana fa.
Il tema principale è quello della destinazione d’uso per i fondi Pnrr, forbice tra 85 o 87 milioni di euro sbloccati all’inizio dell’anno per lo sviluppo.
«La proposta di interventi di RFI – si legge nella lettera – in parte sarebbero risolutive di annosi problemi». Un’espressione che non nasconde un’aspettativa diversa da parte degli enti: se c’è gradimento per l’intenzione di eliminare la storica frana di Mele, dubbi e perplessità permangono sul piano di restyling delle stazioni annunciato dall’azienda. Il sostegno va per la richiesta da tempo formulata dal Comitato che spinge per il ritorno al doppio binario nelle stazioni di interscambio sulla linea.
Acqui - Genova "Diteci come spenderete gli 87 milioni di euro"
Dall'assemblea dei pendolari, tutti concordi sull'obiettivo di breve e medio periodo
Una situazione che allevierebbe almeno in parte i nodi storici della tratta: tempi di percorrenza infiniti, disagi diffusi ogni volta che un ritardo di un collegamento di riverbera su tutta la circolazione. «Chiediamo un cronoprogramma», ribadisce la lettera. Qualcosa che, cioè, vada oltre la manifestazioni di intenti non definita già messa nero su bianco.