Finalmente pronto il nuovo grattacielo della regione
La Regione ha preso in carico Piemonte, il grattacielo di 43 piani alto 204 metri che diventerà il suo nuovo palazzo unico, nel corso di una cerimonia a cui hanno partecipato le autorità civili, militari e religiose del territorio.
“Oggi si sana finalmente una ferita profonda – ha detto il presidente della regione Alberto Cirio – Quest’opera nacque più di 20 anni fa da una intuizione corretta e utile, ovvero unire in un unico luogo i 2000 dipendenti regionali, risparmiando e ottimizzando i costi delle oltre 20 sedi che li ospitavano. Poi, però, ha vissuto una storia complessa e non sempre edificante, che ha portato il cantiere a lungaggini inaccettabili. Sono certo che tutti coloro che mi hanno preceduto hanno fatto del loro meglio perché il palazzo potesse essere completato. Quando tre anni fa sono diventato presidente, però, i lavori erano pressoché bloccati. Abbiamo attivato un gruppo di lavoro con l’impegno di finirlo. E oggi quel giorno è arrivato. Sono felice, perché da simbolo di inefficienza lo trasformeremo in un luogo di cui essere orgogliosi. Mi è stato chiesto a chi verrà dedicato. Mi hanno insegnato che le cose sono di chi le paga: questo grattacielo è stato fatto con i soldi dei piemontesi. Ed è per loro che si chiamerà Piemonte”.
“La data di oggi rimarrà nella storia della regione – ha sostenuto l’assessore al Patrimonio Andrea Tronzano – anche perché il Palazzo comincerà a ‘vivere’ ed interagire con la città. Sarà un elemento prezioso per portare benessere a questa zona storica di Torino e alle sue attività commerciali e potrà essere utilizzato anche dalla cittadinanza, a partire dal grande parco pubblico verso la stazione del Lingotto. Per me, torinese di nascita, per la Giunta regionale, per il gruppo di lavoro è un vero onore poter dire di avere tradotto le richieste della comunità piemontese in realtà, di aver dimostrato che efficienza e efficacia facciano parte del dna della pubblica amministrazione, che la polifonia che deriva dall’unità di intenti sia il vero obiettivo a cui tendere per raggiungere il dovere primario di chi si occupa della cosa pubblica: il bene comune”.
Cronistoria del grattacielo
I lavori sono iniziati nel 2011 a più di 10 anni da quando l’idea era stata messa in cantiere. Poi numerosi ostacoli, a cominciare dal fallimento di alcune delle imprese che ne avevano in appalto la realizzazione, e molte altre complessità che ne hanno allungato enormemente i tempi.
Nel 2019 la decisione della nuova Giunta di dare un impulso forte per il suo completamento, con l’approvazione di tre varianti per accelerare il cantiere e la costituzione di una unità di missione che ha lavorato senza sosta pur nelle difficoltà dovute alla pandemia.
Una struttura innovativa anche dal punto di vista della sostenibilità, che sfrutta la geotermia e il fotovoltaico, consentendo al Palazzo una autonomia energetica di oltre il 30% (non c’è uso di gas e il sistema sfrutta anche l’acqua piovana).
Al grattacielo si affianca un moderno centro servizi con un auditorium da circa 300 posti e altre due sale eventi da quasi 100 posti l’una.
Inoltre una novità assoluta è la passerella con copertura fotovoltaica che potrà essere percorsa a piedi o in bicicletta dai cittadini, creando un collegamento diretto tra il sottopasso della stazione Lingotto e via Nizza.
Nelle prossime settimane inizieranno gli allestimenti interni e a novembre i primi trasferimenti, a cominciare dalla Presidenza, con l’obiettivo entro giugno 2023 di completare lo spostamento di tutto il personale.
Le altre sedi di proprietà della regione che oggi ospitano i diversi assessorati verranno messe in vendita, ad eccezione del Palazzo storico di Piazza Castello. A questo proposito Cirio ha affermato che “nei paesi si dice che la casa in piazza non si vende. Per questo la sede di Piazza Castello resterà un patrimonio della Regione e verrà messa a reddito. L’abbiamo candidata a ospitare l’Authority Antiriciclaggio che, entro l’anno, l’Europa dovrà decidere in quale città insediare. Ma ci sono altre importanti realtà istituzionali del nostro paese interessate a trovare posto in quegli spazi. Per cui la nostra storica sede continuerà e vivere a servizio della collettività e della vitalità del centro storico di Torino”.