Lettera aperta alle pacifiste e ai pacifisti casalesi
Parole di Alberto Deambrogio (segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)
CASALE – Da Alberto Deambrogio riceviamo e pubblichiamo una lettera in vista della manifestazione nazionale di Europe for peace del 5 novembre prossimo a Roma.
Lettera aperta alle pacifiste e ai pacifisti casalesi
Care e cari,
il prossimo 5 novembre si svolgerà a Roma una manifestazione promossa da tutte le realtà italiane che aderiscono alla piattaforma di Europeforpeace, la quale richiede un cessate il fuoco subito, un negoziato per la pace, la messa al bando di tutte le armi nucleari e dichiara la solidarietà al popolo ucraino e alle vittime di tutte le guerre.
Il senso di quell’appuntamento è ben riassunto dalle recenti parole di don Renato Sacco di Pax Christi: “fin dall’inizio di questa guerra siamo intervenuti per dire: no all’invio di armi. Lo abbiamo detto negli anni scorsi, anche quando l’Italia le vendeva a Putin. E lo ripetiamo ancora. Non perché non ci sta a cuore la vita delle vittime. Lo dico proprio perché sono appena rientrato da Kiev: non saranno le armi a far finire questa e tutte le guerre. I risultati sono davanti agli occhi di tutti. Le cose sono solo peggiorate e siamo sull’orlo dell’olocausto nucleare. Con Papa Francesco ripetiamo: che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue innocente deve essere ancora versato?”.
È a partire da questa urgenza, che contiene sicuramente implicazioni morali e umane, ma che rimanda a enormi questioni politiche e geopolitiche all’interno di un mondo da ridisegnare sul piede della cooperazione tra più attori, che il movimento pacifista italiano prova a raggiungere una voce unitaria; lo fa dopo un’accumulazione di forze espressa in migliaia di iniziative locali durante questi mesi di guerra. Se distogliamo per un attimo lo sguardo da questo livello di analisi e lo volgiamo al territorio dove viviamo, possiamo chiaramente vedere quali siano anche alcune implicazioni sociali del conflitto in atto.
Molte persone e famiglie si trovano, o si troveranno, lo stipendio e la pensione falcidiati dalle bollette a causa di guerra e speculazione e, d’altro canto, pure la raffica di aumenti di moltissimi beni non certo di lusso trova cause ascrivibili al contesto bellico. Le difficoltà si stanno diffondendo anche ai mondi economici, con attività commerciali che hanno chiuso i battenti e aziende piccole e medie di fronte a orizzonti bui da cui non sfuggono lavoratrici e lavoratori. Pure la necessaria riconversione ecologica è al palo. La via di uscita da questa situazione è troppo spesso ricercata in soluzioni individuali, in cui a difficoltà e sofferenze pare essere preclusa la dimensione del “sortirne insieme” così cara a Lorenzo Milani.
Il movimento pacifista casalese ha saputo, negli anni scorsi, dare buona prova di sé. Oggi si trova in una situazione più critica, ma sono convinto che abbia solide radici, buoni argomenti critici e potenzialità sul terreno delle relazioni di massa oltre le ruminazioni personali. Come sempre le vicende umane mettono di fronte a biforcazioni possibili. Vi propongo di cercare di fare la nostra parte in questa, così drammatica.
Diamoci un appuntamento pubblico per discutere di come far riuscire al meglio la manifestazione del 5 novembre e poi per continuare a far crescere un’opzione di speranza, umanistica a partire dalla città che abitiamo. Bisogna tirare il freno di emergenza e andare da un’altra parte. Il tempo è ora. Con affetto, un grande abbraccio.
Alberto Deambrogio
(segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea)