Pd Acqui: “Crisi sanità in provincia: Regione ha abbandonato le Asl”
"Al Comune consigliamo alcune linee d'azione per il bene della città"
ACQUI TERME – Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere la paventata demedicalizzazione del ambulanze del servizio di primo soccorso del 118 in alcune aree della provincia. Una soluzione d’emergenza – successivamente smentita del direttore del Sc Sest 118 Gianluigi Fantato – che trarrebbe origine dalla sempre più precaria disponibilità di personale medico. Dopo le richieste di chiarimenti e rassicurazione giunte da parte del sindaco Danilo Rapetti e dell’ex sindaco Lorenzo Lucchini, sulla questione, ma con un’analisi di più ampio respiro, è intervenuto anche il circolo del Partito Democratico acquese:
«C’è una causa oggettiva e non superabile nel breve/medio periodo rappresentata dalla mancanza di personale medico (tutte le forze politiche sono responsabili della mancata programmazione) che potrà essere corretta in non meno di 5-6 anni, considerato che l’incremento di posti per accedere alla facoltà ed in particolare alle specialità, ad opera del Governo Draghi, è datato 2021. A fronte di questa situazione – si legge nel comunicato del Pd termale – ci sono le gravissime mancanze della Regione che, invece di gestire una riorganizzazione temporanea dei servizi ospedalieri, basata sulle reali situazioni territoriali, sulle possibilità di vie di comunicazione, sull’utilizzo integrato delle poche risorse disponibili ha completamente abbandonato le Aziende Sanitarie a se stesse, con l’unico obiettivo, solamente elettoralistico, di “non scontentare nessuno”. Questa è la ragione della crisi dei Pronto Soccorsi e dei piccoli ospedali in genere e dell’uso di personale inadeguato».
“Serve una fusione fra Asl Al e Aso”
Il ‘dem’ puntano poi il dito su ciò che si sarebbe potuto fare e non è stato fatto negli ultimi anni dell’ente regionale: «Per i nostri concittadini la “prova provata” è che, nonostante le delibere regionali, se al PS di Acqui non si riesce a posizionare un catetere vescicale difficile si è costretti a migrare a Casale (passando davanti all’Ospedale di Alessandria) oppure che, per patologie neurologiche e cardiologiche, si viene inviati prima a Casale o Novi e quindi da lì ad Alessandria, tutto ciò per non aver mai applicato quanto previsto dall’allegato B – tabella area Piemonte sud est – della DGR 1-600/2014 (così come confermata dalla DGR 1-924/2015 allegato 1 tabella area Piemonte sud est ) che prevede per il presidio di Acqui Terme il “prioritario riferimento all’AO di Alessandria”. A distanza di otto anni quanto previsto dalla DGR non è attuato e i cittadini di Acqui e Zona sono inviati a Casale Monferrato e Novi Ligure con disagio enorme per pazienti e parenti in assistenza. A migliorare queste situazioni di criticità contribuirebbe un’integrazione o meglio una fusione tra ASL AL e ASO, che la Regione non riesce o non vuole fare».
La ricetta del Pd
«In questo contesto – aggiungono dal circolo ‘Raffaello Salvatore’ – ci sembra che, oltre alle legittime pressioni che le amministrazioni locali possono e devono fare sulla Regione e oltre ai gruppi di lavoro con l’ASL AL per discutere di molto improbabili potenziamenti, sia indispensabile la ricerca di soluzioni utili, nell’immediato, a consentire al sistema di superare questi difficili anni e ai cittadini di poter usufruire di servizi il più possibile adeguati, definendo una vera e propria “politica sanitaria” della città.
Senza pretendere di essere esaustivi e tenuto conto che i Comuni hanno pochissime competenze in campo sanitario ci limitiamo a indicare alcune linee di azione, con la massima disponibilità, se ci sarà richiesto, a collaborare con l’Amministrazione.
a) Sviluppare l’integrazione sia da punto di vista sociale che sanitario con il territorio e l’Ospedale di Ovada:
a. si discute da anni sulla creazione di un unico consorzio socio/sanitario delle dimensioni del distretto sanitario, integrando le strutture di Acqui e Ovada. Forse è il momento di farlo davvero;
b. i Presidi di Acqui e di Ovada potrebbero essere considerati un unico ospedale con intensità di cure differenti e integrazione di specialisti e attività;
c. i medici di base delle due realtà hanno collaborato strettamente nel periodo Covid e proposto un sistema informatico di registrazione dei pazienti (tra l’altro realizzato da una ditta di Acqui) che ha ricevuto riconoscimenti a livello nazionale ed il loro contributo ci sembra imprescindibile per integrare i servizi sociali ed ospedalieri.
b) Rivendicare l’applicazione della DGR 1-600 come prima precisato.
c) Centrare l’attenzione non solo sui servizi Ospedalieri ma anche e soprattutto su quelli territoriali (Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Consultorio, Serd) che con un lento e progressivo depauperamento rischiano di scomparire.
d) Esiste nella nostra città una struttura privata (Villa Igea) in grado di integrare in molti settori le attività del sistema pubblico con il coinvolgimento di ASL AL e Regione non ci sembra difficile realizzare accordi su “pacchetti“ di prestazioni che integrino quelli del pubblico e siano ottenibili con impegnativa mutualistica e con riconoscimento da parte della Regione di budget specifici aggiuntivi rispetto a quelli di base.
e) Stimolare e gestire eventi di educazione sanitaria (come già molte associazioni fanno) con la consapevolezza che la prevenzione è fondamentale per prevenire le malattie.
f) Creare un supporto per le prenotazioni di esami e visite, dato che l’attuale sistema di prenotazione è ingestibile per una persona senza livello informatico medio».