“Fare rete? Doveroso per la nostra salute”
Un?alessandrina, Maria Camilla Roggeri, scrive al sindaco Abonante: "L?inquinamento coinvolge tutti noi"
ALESSANDRIA – «È necessario, oggi più che mai, fare rete. Il problema dell’inquinamento non riguarda solo Spinetta, ma anche Alessandria e tutta la Pianura Padana. Dobbiamo prenderne atto tutti. Istituzioni comprese».
Maria Camilla Roggeri ha 70 anni e abita in Alessandria. La prima volta che si è avvicinata a questo argomento, spinoso e scomodo, è stato anni fa durante un convegno alla Taglieria del Pelo, in via Wagner. Ex sessantottina, con una vita professionale che ha vissuto la fase iniziale delle Urp (gli uffici relazioni con il pubblico), un servizio che ha tentato di mettere «il cittadino al centro dell’attenzione dell’amministrazione pubblica».
«Ci credevo veramente – spiega la Roggeri – mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto, perché ho cercato di risolvere i problemi che la burocrazia pone al comune mortale».
Si preoccupa, ora, Maria Camilla Roggeri, perché le notizie che arrivano dal fronte ambientale sono disastrose.
«Ho osservato attentamente la comunicazione di Solvay – spiega – e sono confusa, perché sembra che parlino di una realtà tutta nella loro testa. Se leggo i giornali, e la sentenza di condanna, mi sembra che non sia vero che si occupano dei cittadini e della tutela ambientale da vent’anni. Sicuramente sono in buona fede, allora penso che dovrebbero mantenere un profilo basso dimostrando nei fatti che quella è la loro intenzione. Ma da adesso in poi, perché nel recente passato ci sono state condanne. Si mette in discussione quello che hanno detto i giudici?».
Parla dell’incontro alla Taglieria del Pelo. «Sapevo che c’era inquinamento, e sono a favore di una terra bonificata e verde. Quella sera c’erano ambientalisti, esperti, e da Vicenza erano venuti per raccontare dell’azienda Miteni. Ma anche quel giorno avevo notato l’assenza delle Istituzioni. C’era solo l’allora direttore dell’Arpa, Alberto Maffiotti».
Un problema generale
«Da lì ho iniziato a interessarmi – continua – Perché non è solo un problema di Spinetta, ma anche di Alessandria. Se parliamo del polo chimico, sembra ci siano 15.000 punti di emissioni fuggitive. Non ci sono solo le falde inquinate, ma anche un problema aereo, a quel che sembra».
Le domande al sindaco
Maria Camilla Roggeri ha scritto al primo cittadino di Alessandria, Giorgio Abonante. «Ho scritto al sindaco – continua – a seguito della proiezione del documentario della tv belga (serata organizzata dal Comitato Stop Solvay il 14 settembre, ndr). Non è fantasia, quell’indagine ha prodotto dei dati. Sono rimasta sconcertata dall’assenza delle Istituzioni alla proiezione del documentario. Che messaggio hanno dato i nostri amministratori a quei 50 volontari che si sono sottoposti alle analisi?».
Insiste sulla necessità di fare rete. «Fare rete su obiettivi minimi e concreti – spiega – Ad esempio estendere esami del sangue alla popolazione di Spinetta e Alessandria con uno screening di massa. E chiudere l’indagine epidemiologica con aggiornamenti costanti.
Non è questione di chiudere o non chiudere la fabbrica, ma di andare avanti su questi obiettivi di presa di coscienza a livello di massa. L’area di Spinetta, sobborghi compresi, e Alessandria stanno sopra a una polveriera ambientale. Tutti conosciamo qualcuno che è morto per patologie elencate nell’indagine epidemiologica, chi anche in sei mesi.
Vedendo il documentario o la documentazione dello stato di salute della nostra zona, ti viene un senso di angoscia controbilanciato dalla speranza che qualcuno prenda iniziative. E, ripeto, facendo rete».
«Quel senso di inerzia»
Parla anche delle Istituzioni: «Le Istituzioni trasmettono un senso di inerzia – continua – Anche se poi, dalle ultime notizie della giornata di “fabbriche aperte” arrivano input di iniziative. Paroloni… Ma col punto interrogativo…
I ragazzi del Comitato (Stop Solvay, ndr) sono ammirevoli, però serve fare rete. Servono maggiore partecipazione da parte dei cittadini, sensibilizzazione e un confronto sugli obiettivi. Bisogna andare al minimo comune denominatore: screening sanitario sulla popolazione».
La risposta di Giorgio Abonante
Il sindaco Giorgio Abonante risponde alla lettera di Maria Camilla Roggeri. Ecco uno stralcio.
«È persino inutile sottolineare che la salute delle nostre concittadine e dei nostri concittadini rappresenta l’interesse maggiore per me e per l’amministrazione che ho l’onore di rappresentare pertanto, evidentemente, il fatto che non fossi presente all’iniziativa al Laboratorio Sociale a cui fa riferimento nella sua lettera, non significa che non conosca le analisi e la documentazione prodotta dagli Enti preposti alla tutela della salute pubblica riguardo il polo chimico e i contenuti delle ultime ricerche che hanno generato clamore.
A questo proposito ritengo utile informarla che è possibile per tutti, tramite un accesso agli atti inviato alla Presidenza del Consiglio comunale, visionare la documentazione prodotta dal Centre Hospitalier Universitaire de Liege. Rimanendo poi al punto specifico della mia assenza alla serata del 14 settembre, la informo che non mi è stata data alcuna informazione in merito all’iniziativa, né ho mai ricevuto alcun invito a parteciparvi.
Il tema della tutela dell’ambiente non solo come tutela della salute ma anche come progetto di sviluppo, lavoro e ricchezza per il nostro territorio è stato al centro del mio programma elettorale, lo sarà nel mio documento programmatico che sarà discusso in Aula del Consiglio comunale nelle prossime settimane, e continuerà ad esserlo».