Glamping: l’ultima tendenza del turismo è il campeggio di lusso
Nato dalla fusione tra glamour e campeggio, il termine indica un’esperienza turistica che non solo prevede un pernottamento in un camping con tutti i comfort, ma anche allestimenti di design pensati per vivere con agio e un pizzico di stile la vita all’aria aperta. Se non l’avete provato nelle scorse vacanze, sappiate che si tratta di una delle ultime tendenze del turismo, valorizzata dalle foto e dai video che la possono raccontare sui social media. Persino la ricerca sta cambiando e per sempre: confessa la stessa Google che si ricorre sempre di più a Instagram e TikTok non solo per leggere le recensioni, ma anche per valutare con gli occhi degli altri turisti una destinazione o una struttura ricettiva.
E voi, quando desiderate staccare la spina, dove prenotate? Sul sito dell’hotel o attraverso un portale online? In molti, per fare un favore all’albergatore, preferiscono farlo direttamente tanto più che dal 2017 la clausola del “parity rate” per la quale gli hotel non potevano pubblicare sul proprio sito un prezzo inferiore ai portali è illegale. Per altri, il sito dell’hotel non sempre offre la stessa facilità e sicurezza di prenotazione e quindi preferiscono Booking o Expedia.
A proposito di portali online, Airbnb ha dichiarato che il numero dei nuovi host è aumentato del 60% tra aprile e giugno rispetto allo stesso periodo del 2021. “Con l’aumento del costo della vita, non sorprende come sempre più persone utilizzino le proprie case per accogliere i viaggiatori e generare nuove entrate” dice il Country Manager di Airbnb Italia e ricorda come questa pratica nacque proprio a New York al periodo di Ellis Island, dell’immigrazione di massa e della Grande Depressione.
Se gestite un hotel o un ristorante o se la vostra azienda è presente su un marketplace, è opportuno di quando in quando fare una ricerca su Google del vostro nome per verificare se la piattaforma con cui collaborate – Booking, Airbnb o Amazon, fra gli altri – stia acquistando come parola chiave il vostro marchio per invitare gli utenti che hanno cercato proprio voi a terminare il percorso di scelta sul loro sito.
Troppo spesso infatti si vedono campagne di Google Ads non solo da parte di partner commerciali, ma della stessa azienda ed in questi casi tali iniziative sono forse gestite da agenzie consapevoli che i rendimenti maggiori saranno determinati proprio dalle “keyword di brand”.
Che fare se il sito dell’azienda, mente sono online queste campagne, è visibile fra i primi risultati naturali? È opportuno, se non lo si è ancora fatto, aprire un account su Google Search Console e collegarlo con Google Ads attraverso le Impostazioni di quest’ultimo.
Da quel momento in poi sarà disponibile un Rapporto, il Rapporto “Paid and Organic”, che evidenzia visualizzazioni, costi e click sia nel caso in cui fosse stato pubblicato solo l’annuncio sia nel caso in cui fossero apparse entrambe le forme di visibilità. In questo modo è possibile capire se i link sponsorizzati hanno cannibalizzato la visibilità organica del sito o invece le due comunicazioni sono convissute senza che si sia pagato per ottenere qualcosa che sarebbe stato comunque intercettato dalla presenza organica del sito.