“Pfas e caldo torrido, l’inquinamento riduce la fertilità degli uomini”
Il dibattito che interessa anche Alessandria si terrà oggi a Padova: parla il ricercatore Carlo Foresta
PADOVA – “L’inquinamento ambientale: una scomoda verità“, questo è il tema dell’incontro che si terrà oggi, martedì 4 ottobre, alle ore 17, a Padova, che vedrà la partecipazione di Carlo Foresta, Telmo Pievani e Roberto Papetti.
Il professor Foresta: “Se non cambieremo l’ambiente che ci circonda, i maschi saranno sempre meno in grado di procreare”. Il dibattito si terrà presso l’Archivio Antico nell’ambito della manifestazione “La Fiera delle Parole” promossa dal Comune di Padova.
Il tema del delicato rapporto fra specie umana e ambiente, la loro coevoluzione e le conseguenze che stiamo affrontando nell’adattarsi a contesti ecologici da noi profondamente e rapidamente mutati, sarà analizzato dal professor Telmo Pievani.
In particolare durante l’incontro verrà affrontato il ruolo dell’ambiente nell’influenzare quella che possiamo definire a tutti gli effetti come una pandemia da infertilità maschile.
Dietro al noto crollo delle nascite dell’ultimo decennio, oltre ai noti fattori socio-economici, si cela anche il costante decremento della fertilità al maschile. Basti pensare che negli ultimi 40 anni, sostengono gli esperti, il numero degli spermatozoi dei maschi occidentali si è quasi dimezzato.
“Ambiente fondamentale”
“Fondamentale in questo senso è il ruolo dell’ambiente – spiega il professor Foresta – se non cambieremo l’ambiente che ci circonda, i maschi saranno sempre meno in grado di procreare: inquinamento, stili di vita e ora anche il cambiamento climatico sono tra i principali fattori di rischio per la fertilità maschile”.
Dopo una delle estati più calde di sempre, torna dunque alla ribalta il tema del riscaldamento globale: “L’aumento della temperatura, infatti, danneggia l’apparato riproduttivo maschile molto più di quello femminile – i testicoli sono collocati nello scroto proprio per favorire un abbassamento di due gradi centigradi rispetto alla temperatura corporea”.
Ma a preoccupare i ricercatori sono soprattutto gli interferenti endocrini: agenti chimici presenti in molti oggetti di uso quotidiano che hanno la capacità di interferire con gli ormoni sessuali come il testosterone. Tra questi sono certamente note le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), noti inquinanti ambientali (contaminazione che interessa anche l’alessandrino, ndr) mcon riconosciuta attività anti-ormonale, che dagli studi del professor Foresta sono stati ritrovati persino adesi agli spermatozoi di giovani uomini.
Il legame di queste sostanze proprio su quella che è la cellula fondamentale per la fecondazione ha numerose implicazioni sulla capacità fertilizzante degli spermatozoi, andandone ad alterare la membrana con conseguente riduzione della motilità e quindi del potenziale di fecondità.
“Diventa quindi fondamentale la discussione tra esperti sulle nuove possibilità sperimentali tracciate dai recenti risultati emersi in laboratorio circa la possibilità di eliminazione di queste sostanze non solo dalle acque inquinate, ma anche dal sangue di soggetti esposti”, conclude Foresta.