«Under 18: l’incidenza dei nuovi casi è quasi raddoppiata in soli 15 giorni»
La 'mappa del contagio' ricostruita dal professor Bianchi
In un quadro complessivo caratterizzato da una generalizzata crescita dei contagi, i numeri più rilevanti riguardano i giovani.
È quanto emerge da uno studio specifico redatto dal professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che oramai da inizio pandemia ‘legge’ i dati del Covid.
«La mia analisi – spiega il docente – si basa sul consueto aggiornamento settimanale fornito dalla Regione Piemonte, che tra le varie voci prende in considerazione anche l’incidenza per fasce di età: si nota chiaramente una notevole accelerazione del ritmo di crescita negli under 18, che mostrano un’incidenza più che doppia rispetto ai ‘19 +’. E questo dopo sole due settimane di scuola, un dato che non può certo essere considerato marginale nell’ambito di simili valutazioni».
Variazioni di incremento
In particolare, per quanto riguarda l’età scolare, Bianchi osserva che «in soli sette giorni l’incidenza dei nuovi contagi è schizzata da 162 a 281, mentre per gli over 18 da 222 siamo saliti ‘appena’ a 292. A rendere il concetto ancora più eloquente, vengono in nostro aiuto le variazioni percentuali: nel primo caso siamo al 73% e prima che iniziassero le scuole eravamo addirittura negativi, mentre in riferimento al secondo parametro eravamo al 16% e ora siamo al 32%».
Variazioni di incremento che descrivono una ‘mappa del contagio’ con caratteristiche ben precise. A destare qualche preoccupazione, in prospettiva, sono le previsioni qualora questo ritmo si mantenesse costante. «Andando avanti così – conferma il professore – il tempo di raddoppio è stimato in 9 giorni per i più giovani e in 18 giorni per gli over 18. Questo significa che tra 18 giorni, quando quindi i due parametri andrebbero a incrociarsi e a coincidere, l’incidenza degli under 18 supererebbe addirittura quota 1000, mentre tra gli adulti ci fermeremmo a 584. Sostanzialmente la metà. Oggi, infatti, l’incidenza in fascia 0-18 cresce dell’8%, contro un 4% al giorno dei ‘19 +’: un rapporto che attualmente è a 1, tra un paio di settimane arriverebbe a 1,9».
Gli ‘11-13’ da record
Analizzando più nello specifico le singole voci, emergono una serie di dettagli interessanti. A cominciare dal fatto che la fascia d’età caratterizzata dall’incremento più rilevante è la ‘11-13’ anni.
«L’incidenza in questo caso tocca addirittura quota 380, ma è notevole pure il dato relativo ai ‘6-10’ anni, che raggiunge 341. Anche tra le persone in età matura, comunque, ci sono crescite importanti, balza agli occhi per esempio il 320 dei ‘45-49’. Per quanto riguarda la variazione percentuale, invece, siamo addirittura al 100% nei ‘14-18’, al 93% tra gli ‘11-13’ e all’84% in riferimento ai bambini delle elementari, che hanno tra 6 e 10 anni».
Le famose tre ‘c’
Questi dati quali riflessioni impongono, in conclusione? Bianchi spiega che «con l’inizio della scuola era ampiamente preventivabile osservare un aumento dei contagi, specialmente tra i più giovani, che come noto, per fortuna sviluppano la malattia quasi sempre in forma lieve. Il problema, a mio parere, è però di proporzioni ben più ampie, perché poi è inevitabile estendere il discorso alle famiglie: in questo caso rischieremmo di essere in presenza di pericolosi focolai, come se le esperienze passate non ci avessero insegnato nulla».
L’atto di accusa, se tale si può definire, non è però certo rivolto al mondo della scuola. «Assolutamente no, ma serviva arrivare a questo momento con una preparazione maggiore. Per mesi si è parlato della famosa regola delle ‘tre c’: classi, contatti stretti, calche. Mi sembra evidente che non sia stato fatto niente per prevenire, né a livello di mascherine, né tantomeno in fatto di ventilazione. E questi sono i risultati…»