Il ‘benvenuti’ di Rapetti: «La città è legata al Corpo degli Alpini»
Da questo pomeriggio le sfilate e le esibizioni delle fanfare delle cinque brigate
ACQUI TERME – «L’attaccamento che ciascuno di noi mantiene per tutta la vita verso il proprio reparto e le proprie tradizioni è uno dei sentimenti più forti del nostro essere ‘penne nere’»: queste le parole con cui Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, descrive il sentimento che lega ogni congedato al ‘Corpo’.
Un sentimento che sarà facilmente percepibile nel corso della due giorni dedicata al raduno nazionale delle fanfare dei congedati delle cinque brigate alpine che avrà luogo domani e domenica ad Acqui Terme. «Questa caratteristica – continua Favero – se possibile è ancora più forte in coloro che sono stati membri delle Fanfare delle nostre gloriose Brigate, formazioni che da sempre incarnano in tutte le occasioni pubbliche la parte più visibile della nostra tradizione. Gli alpini sono orgogliosi di mostrare la loro appartenenza e la loro essenza. Continuare dopo il congedo a tenere viva la tradizione di fanfare che per ragioni storiche non hanno avuto un prosieguo è un compito fondamentale».
“Una parte della nostra storia”
Il raduno delle fanfare delle brigate Taurinense, Cadore, Orobica, Tridentina e Julia – di queste solo la prima e l’ultima dal 2002 sono ancora reparti armati dell’Esercito – è organizzato dalla sezione Ana di Acqui in collaborazione con il Comune. Un evento di richiamo nazionale organizzato dal 2006 con cadenza biennale e sede itinerante. La prima edizione si è svolta a Brescia, poi a Biella nel 2008, Viareggio nel 2010, Verona nel 2012, Bergamo nel 2014, Vicenza nel 2016 e Forlì nel 2018. È la prima volta, quindi, che il raduno viene ospitato da un comune con meno di 20mila abitanti. «Gli Alpini fanno parte della storia d’Italia Acqui e l’Acquese – sottolinea il sindaco Danilo Rapetti – sono strettamente legati a questo Corpo: dalle nostre terre, infatti, nel tempo sono partiti molti giovani, alcuni sono tornati, altri non ce l’hanno fatta. Chi ha avuto la fortuna di tornare è diventato testimone degli orrori della guerra, ricordandoci quanto male possa infliggere e come sia sempre da evitare».
“Con le fanfare risuonerà la libertà”
A quelle del presidente Favero e del sindaco Rapetti si aggiunge la riflessione dell’assessore alla Cultura Michele Gallizzi: «Almeno una volta nella vita abbiamo sentito il suono coinvolgente delle fanfare dei reggimenti Alpini. La città di Acqui Terme li accoglie come fratelli, perché la loro storia, fatta di sacrificio e di sofferenza, è anche la storia del nostro Paese. Il cappello con la penna nera rimane impresso nella memoria di tutti gli italiani e le fanfare che sfileranno nella nostra città, faranno riecheggiare e amplificheranno il grido di libertà di quegli alpini che si sono immolati per amore della Patria»