Acqui - Genova: "Sui disagi intervenga la Regione"
Dura lettera dell'associazione pendolari supportata da otto comuni a Cavallo tra Piemonte e Liguria
Dall'assemblea dei pendolari, tutti concordi sull'obiettivo di breve e medio periodo
OVADA – Un’interrogazione per capire quali siano le intenzioni di Rete Ferroviaria Italiana a proposito degli 87 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr per investimenti infrastrutturali sull’Acqui Genova.. A annunciarla è stato ai pochi partecipanti dell’assemblea convocata dal Comitato Pendolari l’onorevole Federico Fornaro da poco rieletto. La questione è tra le più sensibili per immaginare un miglioramento della qualità del servizio su quella che Legambiente ha più volte inserito nell’elenco delle peggiori dieci d’Italia.
Acqui - Genova: "Sui disagi intervenga la Regione"
Dura lettera dell'associazione pendolari supportata da otto comuni a Cavallo tra Piemonte e Liguria
“In questi anni – ha spiegato Fabio Ottonello, presidente del comitato – i nostri problemi sono rimasti gli stessi. Dobbiamo ripartire da cinque punti: la circolazione dei treni dev’essere per dodici mesi l’anno, un’offerta di un treno ogni ora dal lunedì al sabato, la riduzione dei tempi di percorrenza, il recupero del doppio binario nei punti d’interscambio, una promozione e un incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico. Le promesse in questi anni sono state tante, se non proveremo a cambiare le cose, queste non cambieranno mai”.
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Ventidue sono gli anni di attesa per vedere rimuovere la frana di Mele, forse l’unica miglioria prevista da RFI con i fondi attribuiti, dieci gli anni consecutivi col servizio di bus ad agosto. “Il contratto di servizio in vigore – ha proseguito Ottonello – prevede 7 milioni di chilometri all’anno per 15 anni. Non uno di più per tutta la Regione. Ma la nostra linea è l’unica discriminata ad agosto”.
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Presenti all’assemblea i sindaci di Ovada, Visone, Rossiglione, Campo Ligure, i rappresentanti dei Comuni di Masone e Tagliolo. “I doppi binari – ha attaccato Simona Repetto, membro del comitato e consigliere a Tagliolo – sono stati eliminati per una scelta commerciale in questo modo le stazioni si sono trasformate in fermate e non sono più da presidiare. Noi il doppio binario lo pretendiamo. Le risorse devono essere spese entro il 2026 e sarà l’unico momento in cui accetteremo di vedere la tratta chiusa”.
“Ho avuto un effetto Deja vu”, il sostegno è arrivato da Marco Martini , rappresentante dei viaggiatori sulla Ovada Alessandria chiusa al traffico su ferro nel 2012. “Dobbiamo pretendere di essere informati su cosa faranno – ha spiegato Manuela Delorenzi, sindaco di Visone – non chiediamo i progetti esecutivi ma indicazioni concrete. Dobbiamo fare più rumore”.
“I fondi del Pnrr – ha chiarito Fornaro – sono arrivati per il principio di sostenere quelle linee tra due Regioni che spesso non interessano a nessuno. L’Acqui Genova ne è un esempio. C’è il diritto di sapere come RFI userà queste risorse. Il 14 ottobre presenterò la mia interrogazione. I sindaci della linea mandino una lettera e chiedano con forza un cronoprogramma. Il confronto è assolutamente necessario”.
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L’obiettivo è la creazione di un tavolo tra assessori regionali, tecnici e rappresentanti dei Comuni. “Ma – ha avvertito lo stesso Fornaro – il rischio è che nei prossimi anni le cose diventano più complicate”. “Ci sono enti che sembrano non rispondere a nessuno – ha commentato Paolo Lantero, sindaco di Ovada – Ripartiamo dal protocollo già firmato. Non ci interessa strumentalizzare la protesta. Ma è il momento di riprendere a chiedere risposte”.