Dopo le elezioni un’imprecisa, strampalata non riflessione
Parole del monferrino Max Biglia
Adesso..
che le funzioni di culto divino pubblico e le finzioni hanno prodotto i responsi, gli elettori e gli eletti si trastullano o si rammaricano, le persone più eccessive, me compreso, tentano un’imprecisa, strampalata non riflessione, che rendere questa infinita commedia ancor più piacevole per i sensi tutti. Una breve tregua tra i bolliti vinti e i bollori dei vincitori strepitanti, così, dopo le maratone, le miserie, le paure e un tipo di entusiasmo che ho fatto e faccio fatica a comprendere, solo adesso, dal mio piccolo spazio libero, auguro alla signora Giorgia Meloni, che puntualizzo, non mi piace per nulla, non mi rappresenta per modi e per una differenza di principi, visioni e convinzioni sui quali una persona fonda la propria concezione di vita, un buon lavoro.
Un buon lavoro proficuo per il bene di questo splendido Paese confuso. Un buon lavoro che auspico a beneficio di tutti, rimarcando quel tutti che è mancato e molto spesso manca nelle parole e nell’oggettività dei fatti vicini e lontani. Una situazione complessa e ambigua, dove sospendo il giudizio e la valutazione degli avvenimenti per lasciare ai “post l’ardua sentenza.” Auguro buon lavoro agli eletti della mia regione, il Piemonte, alcuni dei quali affidabili e competenti, altri, volenterosi, disponibili ma del tutto inadeguati come rappresentanti politici per percorsi ed esperienze professionali. Persone trasformate in politicanti indubbiamente generose ma soprattutto capaci con l’arte della comunicazione pomposa, mancanti di corretta conoscenza ma adatte per un certo tipo di uditori deboli, talvolta frustrati e facilmente suggestionabili. Luoghi istituzionali che esigerebbero più preparazione e vera responsabilità. In generale il mio, è un auspico per chi credere davvero nella democrazia, in quei valori e in quei diritti conquistati, acquisiti, che vanno difesi giorno dopo giorno senza se e senza ma.
Non credo ma penso, che da ora in avanti in questo lungimirante Paese confuso, contrariamente a quanto affermato proprio dalla signora sarà davvero una pacchia: la diminuzione delle tasse, qualcuno ci pagherà le bollette, le accise spariranno, infrastrutture all’avanguardia, rotatorie e alberi in ogni dove. Che i treni saranno in orario è già stato detto ma oggi, abbiamo la certezza che arriveranno e partiranno, per la felicità dei pendolari più pretenziosi. Tutti avranno un lavoro sicuro, la sanità pubblica rifiorirà, i muti parleranno mentre i ciechi già lo fanno (cit.). E già me li vedo, Jack, il mio babbo e Stella Rose, la mamma, che «volano» sulla prua della nave dopo aver ricevuto un’adeguata pensione, godersi “la gita” senza disperati a bordo, confidando però in un epilogo diverso, proprio perché sono cambiate le prospettive che dopo tanto dimenarsi bisogna mettere in pratica, fiduciosi che ogni promessa farà la magia bibbidi-bobbidi-bu tutto quel.. che.. vuoi.. tu.
Assalito dai dubbi ma ottimista per così tanta puntigliosa attitudine, in attesa che “gli altri e tutte le colpe” dal purgatorio scelgano tra angeli o demoni, e chissà in qualche bel giovane competente, dinamico, intelligente, mi sento rassicurato nel chiudere questa imprecisa, strampalata non riflessione con una frase di Ennio Flaiano, dal Diario notturno: la situazione politica in Italia è grave ma non è seria. #ciaubale