Berutti convince quelli del suo paese
Montemarzino, bene i Moderati dell'ex sindaco (che però non è eletto)
Rispettate le tendenze nazionali, Molinari raccoglie oltre la metà dei voti
TORTONA — Exploit devastante della coalizione di centrodestra a Tortona: oltre la metà dei voti totali sono infatti andati ai quattro partiti che presentavano come candidato l’alessandrino Riccardo Molinari alla Camera. Perde di conseguenza punti percentuali la coalizione di sinistra, ma il Partito Democratico è la seconda forza cittadina nonostante anche la Lega registri un risultato molto migliore alla media nazionale.
Le quattro forze della coalizione di centrodestra hanno ottenuto complessivamente il 55,24 per cento dei voti, migliorando anche il risultato nazionale (44,2 per cento). A lanciare la fuga è ovviamente Fratelli d’Italia (30,19 per cento), che conferma la tendenza nazionale e anzi la rafforza con quasi quattro punti percentuali in più rispetto alla media italiana (26,3). Più alti del livello nazionale anche i dati di Lega (13,71 per cento, quasi 5 punti in più) e di Forza Italia (8,77 per cento, quasi un punto in più). 2,61 per cento anche per Noi Moderati, un dato molto migliore della media nazionale che non raggiunge il punto percentile ma molto è merito della presenza in lista di Massimo Berutti.
Berutti convince quelli del suo paese
Montemarzino, bene i Moderati dell'ex sindaco (che però non è eletto)
La coalizione di centrosinistra a Tortona di conseguenza raccoglie poco meno di cinque punti percentuali in meno rispetto al dato nazionale: 21,56 per cento contro 26,4. Il Partito Democratico tortonese sprofonda al 16,38 per cento (in Italia ha preso il 19,2) ma rimane comunque la seconda forza cittadina. In linea con i risultati nazionali +Europa (2,82 per cento a Tortona), mentre l’Alleanza Verdi Sinistra ne perde quasi due (2,21 per cento in città). Ancora peggio del dato nazionale, già molto negativo, il risultato di Impegno Civico di Luigi Di Maio (0,27 per cento, solo 31 voti).
Il Movimento 5 Stelle tortonese sprofonda all’8,69% (contro il 15 per cento ottenuto a livello nazionale che è già una disfatta in termini di numero di voti), mentre la coalizione formata da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi con un buon 8,9 per cento ottiene un risultato decisamente migliore rispetto alla media italiana.
Tra i partiti “non allineati” nessuno supera la soglia di sbarramento, proprio come a livello nazionale: Italexit si ferma al 2,54 per cento, l’Unione Popolare all’1,44 e Italia Sovrana all’1,41.
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