Sanità: rimpallo di accuse tra Pd e amministrazione
Nel mirino dei dem amministrazione comunale e Regione Piemonte. La replica dell'assessore Luca Novelli e di Alberto Deambrogio (Up)
CASALE – Lunga nota del circolo Pd di Casale sulla situazione sanitaria della città. Nel testo i dem rivolgono un netto attacco all’amministrazione comunale e alla Regione. Si rinfacciano le affermazioni proferite in sede di campagna elettorale.
Alla presa di posizione del Partito Democratico, tuttavia, è seguita la rapida replica dell’assessore Luca Novelli e il commento di Alberto Deambrogio di Up, decisamente non tenero.
Il Pd: «Dal Centrodestra false promesse»
«Da tre anni il centrodestra governa il Comune di Casale Monferrato e la Regione Piemonte, dopo la campagna elettorale del 2019 piena di promesse soprattutto sulla sanità nel territorio della Provincia di Alessandria e del Casalese. Avevano promesso di riportare l’Ospedale di Casale Monferrato ai tempi migliori, con i Servizi ai cittadini più vicini in particolare alle categorie più fragili, di abbassare liste e tempi di attesa per interventi chirurgici e per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e di diagnostica strumentale. E ancora di attivare il parto indolore al Santo Spirito, senza considerare la difficoltà a reperire anestesisti rianimatori, già insufficienti a garantire un adeguato numero di sedute operatorie alle varie discipline chirurgiche presenti. E avevano ancora promesso di rivedere l’organizzazione della rete ospedaliera, correggendo quanto fatto dalla precedente Giunta piemontese. La realtà è un declino progressivo delle strutture. La crisi del sistema sanitario locale è diventata la preoccupazione principale dei cittadini casalesi».
Il virus per il Pd non è un alibi sufficiente: «Nonostante le difficoltà create dalla Pandemia causata dal Covid 19, non sono giustificati i ritardi organizzativi nella nostra Regione, poiché il Ministro della Salute ha significativamente incrementato le risorse destinate alle Regioni, con l’aumento del Fondo Sanitario Nazionale, dai 114 miliardi di euro previsti per il 2019 ai 124 miliardi per il 2022. Inoltre durante la Pandemia sono state previste risorse economiche per l’assunzione di personale Medico e delle Professioni Sanitarie (Infermieri, Ostetriche, Tecnici di Radiologia e di Laboratorio, Fisioterapisti); mentre però in altre Regioni sono stati assunti a tempo indeterminato o a lungo tempo determinato (5 anni), in Piemonte i bandi prevedevano assunzioni a tempo determinato molto brevi (6 mesi). Oggi ci sono meno medici dipendenti nella Sanità Pubblica piemontese rispetto al 2019, mentre in altre Regioni sono aumentati, perché hanno capito la lezione derivante dalla Pandemia. I tempi di attesa delle prestazioni sono aumentati ovunque nella nostra Regione, costringendo spesso i cittadini a trasferte di parecchi chilometri per avere una prestazione specialistica, a causa del sistema assurdo delle prenotazioni. In altre Regioni durante la Pandemia si sono utilizzati Reparti specifici per ricoverare i pazienti Covid, ma le altre attività sono proseguite, mentre in Piemonte sono stati drasticamente ridotti gli spazi esclusivamente destinati alle urgenze; evidente l’incremento delle liste di attesa per interventi chirurgici, ortopedici, ginecologici, oculistici, urologici, otorinolaringoiatrici ecc; liste di attesa che continuano ad aumentare per ogni tipo di prestazione a causa delle difficoltà di calendarizzare molte agende per i tempi eccessivamente lunghi in rapporto alle disponibilità di risorse umane, sempre più ridotte. Si registra una fuga di medici dalla sanità pubblica piemontese verso le strutture private, economicamente più attrattive. Occorre rapidamente porre rimedio attraverso condizioni di lavoro adeguate e con offerte economiche incrementate anche sulla base dell’efficacia del lavoro degli operatori. Se si pensa di abbassare i tempi d’attesa delle prestazioni riducendo la durata delle visite, invece di investire risorse economiche e migliorare l’organizzazione, i servizi continueranno a peggiorare: emblematica la situazione dei Pronto Soccorso di tutti gli ospedali della Regione Piemonte. Soltanto una radicale inversione di tendenza delle politiche regionali in materia di sanità potrà dare risposta ai problemi che abbiamo evidenziato. Non servono le promesse o gli appelli. Il centro destra riconosca gli errori, ascolti gli operatori, si impegni a difendere la sanità pubblica. Noi del PD manterremo gli impegni del nostro programma elettorale e continueremo a batterci per un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca a tutti i cittadini il diritto alla salute».
Novelli: «Lavoriamo per risolvere quello che avete combinato in cinque anni»
La replica dell’assessore Luca Novelli arriva dai social, con un video in cui si ribaltano le responsabilità della situazione sanitaria: «Caro Pd, hai proprio la memoria corta, ti dimentichi quello che è successo nei 5 anni precedenti, quando la vostra sanità con Chiamparino e Saitta ha governato la città e di come la sanità cittadina sia stata smembrata».
Novelli elenca alcuni degli ‘insuccessi’: il declassamento della Soc di Urologia, la chiusura di Malattie Inferrive, la chiusura di Oncologia, il parziale spostamento del laboratorio analisi. Si menziona anche il rischio di chiusura del Punto Nascite, e la conseguente partecipata manifestazione davanti all’ospedale organizzata dall’allora minoranza.
«Evitate di fare polemiche inutili, perchè quando gli atti parlano chiaro forse è il caso di rimanere silenti. Noi lavoriamo ogni giorno per la nostra sanità per riportare tutti quei servizi che sono essenziali per il nostro territorio, per risolvere tutto quello che voi avete combinato in 5 anni».
Deambrogio (Up): «Ipocrita la posizione del Pd»
Alberto Deambrogio, storico esponente della sinistra casalese, in rappresentanza di Up con Demagistris, si trova in buona sostanza per una volta ‘alleato’ con Novelli: «Negli scorsi mesi ho criticato aspramente il centro destra piemontese in merito a vari problemi: dalle liste d’attesa alla crisi del pronto soccorso, sino alle delibere vergognose che riguardano le famiglie dei non autosufficienti. La sanità piemontese è gestita molto male, non c’è dubbio. Credo però che per difendere la sanità pubblica servano politiche di rilancio e risorse, che oggi non ci sono anche per precise scelte del ministro Speranza e del Governo di cui il Pd fa parte. Reputo ipocrita la posizione del Pd, tanto più perché espressa in campagna elettorale. La verità è l’elemento concreto attraverso il quale la filosofia si trasforma in politica. Vediamo dunque quale è la corrispondenza tra cose dette e praticate dal Pd. Il Governo in carica prevede una spesa sanitaria in diminuzione nel triennio 2023-2025. Nel famoso Pnrr si pensa ad un ruolo quasi surrogatorio del terzo settore, si creano le condizioni favorevoli per privatizzare l’assistenza di base e con la riconferma dell’ospedale minimo (DM70) si dà un formidabile incentivo alla spedalità privata. La riforma delle cure territoriali (DM77) è oggi di fronte a risorse insufficienti per mettere in piedi i servizi territoriali richiesti. Noi sappiamo in partenza che per attuare il PNRR si dovrà ricorrere al privato appaltando la maggior parte delle cose a cooperative, terzo settore, fondi vari ecc. Oltre a tutto questo si continua a favorire una sanità privata in concorrenza con quella pubblica – i fondi assicurativi – attraverso l’incentivo fiscale (costo 6 mld). Di che parla dunque il Pd? Si possono sostenere alcune cose in Piemonte ed altre a Roma come se niente fosse?. Per rilanciare la sanità pubblica – ha concluso Deambrogio – servono idee di riforma vera e risorse, non vane dichiarazioni. Per un cambio di passo occorre il taglio delle spese militari (che il Pd ha aumentato a dismisura), una patrimoniale sulle grandi ricchezze, una fiscalità progressiva; così si avrebbero i soldi che servono per il diritto alla salute, il resto è pessima propaganda elettorale».