Il Gubbio decide la partita nella ripresa (2-0) con Bonini e Artistico. Nel giorno dell'addio ad Artico
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Calcio - Serie C
“Non abbiamo la struttura. Ma i ragazzi vanno aiutati”
Rebuffi: "Nei primi 35 minuti potevamo subire anche tre o quattro gol"
GUBBIO – Non alza le mani in segno di resa, perché ai suoi ragazzi, a quelli che ce la mettono tutta per colmare un divario troppo grande, Fabio Rebuffi deve trasmettere fiducia. Perché il rischio è che, con il morale a terra, tutto si complichi tremendamente, ancora più di quanto non sia adesso.
Però le parole del tecnico sono chiare, a chi gli fa notare “avete fatto quello che avete potuto, ma non è bastato”, ribatte insistendo su un concetto che fotografa bene il ‘male’ di questa stagione, aver smobilitato senza una alternativa accettabile e aver fatto tutto questo in ritardo, raccogliendo giocatori per i quali Alessandria era la soluzione per non restare fermi. “Ci manca tutto il percorso iniziale. Finché ci riesce, proviamo a restare aggrappati alla partita, anche se qui a Gubbio nei primi 30/35 minuti abbiamo rischiato di andare sotto almeno tre o quattro volte“. E il primo tempo i padroni di casa non l’hanno affrontato a ritmi altissimi, anzi. “Negli ultimi 10′ e per buopna parte della ripresa c’è stato più equilibrio – insiste Rebuffi – ma c’è sempre un episodio che ci condanna, un errore, situazioni che non si devono concedere”. E che fanno scivolare via da quel pezzetto di legno in un mare in tempesta che è la ‘barca’ dei Grigi di oggi.
Risultato giusto
“Il risultato è giusto” ed è una affermazione sincera, di chi cerca di tenere in campo un insieme di ragazzi “che adesso sono abbattuti, stanchi e demoralizzati. A loro si può rimproverare proprio nulla. Si stanno sacrificando, ma questo gruppo ha bisogno di tempo, quello che non abbiamo avuto quando le altre squadre costruivano la loro identità”. Le espressioni dei giocatori, alla fine, sotto lo spicchio dove erano i quindici tifosi, i loro sguardi, dicono che non hanno bisogno di capire il valore della maglia che indossano: lo sanno bene. E proprio per questo soffrono capendo che questa C richiede altro, quello che nonostante gli sforzi non riescono a dare. “Proprio per il loro attaccamento e il loro impegno, questi ragazzi non vanno affossati. Demoralizzarsi è ancora più pericoloso”. Di certo dalla gente grigia il sostegno arriverà sempre: per loro, per Rebuffi.
Di questo passo, però,si resta sul fondo. “Sapevamo, e sappiamo, che questo è il nostro cammino. Molto difficile: non si possono avere altre aspettative, perché la struttura non l’abbiamo, tutto quello che altri hanno noi dobbiamo ancora costruirlo. Parlo di identità, anche di gioco. Le gare ravvicinate, nella nostra situazione, rendono tutto più complicato: la sfida con il Gubbio l’abbiamo preparata in video e con un allenamento di un paio e, viste le nostre premesse, questo non ci aiuta”.
Perché Galeandro solo nel secondo tempo? “Domenica era affaticato, aveva chiesto il cambio per crampi, l’ho gestito facendo con gli altri attaccanti. Anche Mionic, che non ha fatto preparazione, l’ho utilizzato solo part time. C’è da tenere conto anche della condizione dei singoli”. Il cambio di Lombardi? Problemi muscolari? “No, solo un po’ affaticato: l’ho visto meglio rispetto a domenica, ma tutta la gara sarebbe stata troppa per lui”. Reggiana e Carrarese in sei giorni: come si tiene su un gruppo che ha contezza dei primi limiti, si sforza e raccoglie nulla? “Cercando di lavorare comunque con serenità. Tenendo lontano la negatività da questi ragazzi”. Anche questa è una impresa.