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Dal 15 al 17 settembre approfondimento sulla gestione delle malattie ematologiche
Un fine settimana all’insegna dell’innovazione in ambito ematologico con due eventi di respiro rispettivamente nazionale e internazionale che vedono sempre come Responsabile scientifico Roberto Santi, Responsabile della Struttura di Emostasi e Trombosi dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.
Si inizia giovedì 15 settembre al Palazzo del Governatore con un simposio dal titolo “Le malattie emorragiche congenite: linee guida, terapie avanzate, governance” per fare il punto della situazione sulle nuove terapie, sulla gestione delle complicanze e sulla governance delle malattie emorragiche. In particolare il focus sarà sulla gestione del paziente con emofilia, ovvero una malattia della coagulazione del sangue legata alla carenza di fattore VIII/IX: “Recentemente sono stati introdotti nuovi farmaci per la cura – spiega Santi – che stanno cambiando lo scenario terapeutico permettendo sempre più di personalizzare le terapie, migliorando la qualità di vita dei pazienti e riducendone le complicanze, in particolare l’insorgenza di emartri e l’insorgenza di inibitori del fattore VIII e IX”. Nel simposio verranno affrontati in sessioni specifiche: la gestione della metrorragia, un problema clinico di grande impatto nella donna in età fertile, e la governance dei pazienti con malattie emorragiche congenite. Si tratta quindi di un’occasione per fare il punto della situazione relativamente alle nuove opportunità terapeutiche e ai percorsi assistenziali dei pazienti con coagulopatie congenite.
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Il 16 e il 17 settembre, invece, avrà luogo la III edizione del simposio internazionale Siset “Emorragie e Trombosi nelle malattie Ematologiche”, un tema di grande interesse in quanto emorragie e trombosi rappresentano la principale complicanza delle malattie ematologiche e spesso complicano il percorso di cura o portano addirittura alla perdita del paziente. “Per quanto attiene alle emorragie – ricordano Roberto Santi e Marco Ladetto, Direttore di Ematologia e Responsabile Scientifico dell’evento insieme al primo – nella maggior parte dei casi sono legate a piastrinopenie severe o a coagulopatie acquisite (p.e. emofilia acquisita) provocate dall’utilizzo di farmaci antitumorali. Le complicanze trombotiche, invece, insorgono in genere nella prima fase dei trattamenti chemioterapici e recenti studi mettono in risalto un’incidenza che arriva al 10% nel caso dei linfomi. Quando si cura una trombosi è necessario interrompere il trattamento antitumorale e ciò ha un impatto sulla sopravvivenza”.