Settimana corta a Casale: fumata nera dall'incontro presidi-Provincia
A pochi giorni dall'inizio della scuola le posizioni sono ancora distanti. Rota: «Non ci sono le condizioni»
I dirigenti scolastici fanno fronte comune
CASALE – Braccio di ferro tra Provincia e istituti superiori cittadini sull’adozione della settimana corta (o europea) di lezioni.
In una comunicazione dello scorso mercoledì, la Provincia fa seguito alla riunione del 2 settembre, prova a ‘tenere il punto’: «Si richiede ai Dirigenti Scolastici di voler far cortesemente pervenire a questo Ente i dati numerici dei propri studenti provenienti da ogni singolo Comune, anche appartenente alla Regione Lombardia, collegato alla città di Casale M.to attraverso servizio di autolinee e ferrovia, al fine di definire una corretta e precisa modulazione delle corse e delle coincidenze per poter attuare, anche per gli Istituti Superiori di Casale M.to, un’articolazione dell’orario settimanale delle lezioni su cinque giorni, a decorrere, al più tardi, dal 07 gennaio 2023. La Provincia di Alessandria, infatti, attesa la contingenza economica che vede una crescita del prezzo della materia prima combustibile e considerata la posizione della stessa conseguente all’adozione del Piano Pluriennale di Riequilibrio Finanziario, approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 26/37011 del 22/07/2022, prevede di poter erogare il servizio di riscaldamento agli istituti scolastici di competenza per cinque giorni a settimana, ovviamente prescindendo da eventuali manovre governative di interesse nazionale in materia di energia per riscaldamento».
Settimana corta a Casale: fumata nera dall'incontro presidi-Provincia
A pochi giorni dall'inizio della scuola le posizioni sono ancora distanti. Rota: «Non ci sono le condizioni»
Dall’altro lato della barricata i presidi (Nicoletta Berrone, Dirigente Scolastico dell’Istituto Superiore “Leardi”, Riccardo Calvo, Dirigente Scolastico Istituto Superiore “Balbo” e Riccardo Rota, Dirigente Scolastico Istituto Superiore “Sobrero”), fanno fronte comune: «All’incontro del 2 settembre non era rappresentata l’Agenzia della Mobilità Lombarda e non è stata data alcuna concreta certezza circa la possibilità di variare gli orari per gli studenti provenienti dalla provincia pavese. Ci è stato a seguito riferito che i treni, i cui orari non possono essere cambiati neanche per il futuro, “ci sono a tutte le ore”. Facciamo presente che i Casalesi sanno bene che per recarsi ad Alessandria nelle ore “non canoniche” al posto delle carrozze ormai confortevoli e quasi sempre adeguate sono programmate corse di pullman sostitutivi con percorsi che prevedono di entrare ed uscire dalle vie di tutti i paesi del Monferrato, con tempi molto più lunghi di quelli della rete ferroviaria. Soprattutto, poi, con posti a sedere assai più ridotti. Abbiamo fatto presente, poi, che in alcuni indirizzi di studio gli alunni del biennio escono in alcuni giorni alle ore 13 e che diventava complessa la gestione degli stessi per attendere il mezzo alle 14 avanzate. Al di là delle gentili parole dell’ingegner Cesare Paonessa circa la disponibilità in tempi medi a modulare le partenze per il ritorno, la risposta alla nostra richiesta era che, per il momento, la probabile soluzione possibile sarebbe stata quella di spostare semplicemente i pullman dalla fascia “ore 13” a quella “ore 14”. Finire una mattinata alle 13 e poi dover attendere le 14-14:30 per prendere un mezzo e tornare a casa e prevedere a quel punto di iniziare il pomeriggio di studio ci pare poco confortevole per alunni che in alcuni casi hanno ancora tredici anni. Veniva inoltre evidenziato che gli orari pomeridiani sarebbero stati ottimizzati e che i trasporti avrebbero potuto essere presenti per soli due giorni settimanali, ipotesi non adeguate alla offerta formativa curriculare ed extracurriculare dei tre Istituti superiori, venendo quindi a mettere in discussione l’apertura delle scuole nei diversi pomeriggi in cui gli alunni avrebbero potuto usufruire dei diversi corsi(approfondimento lingue, ECDL, corsi di potenziamento e recupero afferenti ai diversi progetti………). Questa necessità viene ora rafforzata dal fatto che il Ministero dell’Istruzione ha elargito i fondi del PNRR alle scuole in cui si chiede di agire anche in orario extracurriculare e documentare in modo puntuale progetti ed azioni a decorrere da questo anno scolastico per ridurre l’abbandono e sostenere le competenze di base».
Con tutte queste premesse i presidi, che nel corso dei mesi scorsi sull’ipotesi di settimana corta avevano assunto posizioni sfumate, si sono coalizzati nel no: «La decisione unanime dei dirigenti scolastici di non aderire alla proposta della settimana corta è stata presa per “cause di forza maggiore” determinate in toto dall’impossibilità oggettiva di modificare in forma strutturale le modalità di trasporto da e verso Casale, coordinando binario e gomma e i trasporti della Lombardia con quelli del Piemonte. Come già in precedenza abbiamo avuto modo di ribadire, questa decisione è del tutto scevra da pregiudizi e da una volontà di non collaborare con l’Amministrazione provinciale. Riteniamo, però, che una volta partita la settimana di sei giorni ed avviato l’anno scolastico, con contratti ormai firmati dai docenti, completamenti orari di docenti e personale ATA tra scuole in comuni diversi, con modelli organizzativi che precedono la compartecipazione di vari enti esterni (corsi pomeridiani, società sportive, …) non si possa modificare in alcun modo questo modello».
«Siamo disponibili con molto senso responsabilità a collaborare con la Provincia in tutte le forme e i modi possibili (a volte anche con interventi unilaterali da parte delle scuole per il contenimento della spesa energetica), ma riteniamo anche che la responsabilità di garantire le scuole nei propri orari non possa essere considerata accessoria. La gestione oculata del riscaldamento su sei giorni e quella su cinque giorni può sostanzialmente garantire lo stesso tipo di risparmio energetico, a meno che non si decida di lasciare al freddo gli alunni dei corsi pomeridiani necessari. La preoccupazione del risparmio e la cura per ottenerlo sarà un obiettivo strategico di tutti noi, a partire dalle indicazioni che verranno date dal Governo e dagli obiettivi di risparmio posti alle scuole in forma istituzionalmente cogente. In questo momento viene detto in forma anche molto decisa che i ragazzi non devono essere oggetto di limitazioni nel loro svolgimento delle attività didattiche. Forniremo nei prossimi giorni, con la stabilizzazione dell’organico degli alunni, i dati relativi a ognuno perché possa essere soddisfatta la richiesta della Provincia e lo faremo con l’invio anche all’Agenzia della mobilità lombarda per esseri sicuri dell’accoglimento completo dei numeri, ma, anche qui ribadiamo ciò che più volte abbiamo espresso in termini di riserva alla Provincia di Alessandria: non serve soltanto conoscere la residenza degli alunni, ma anche il bisogno di mobilità che l’alunno avrebbe nel momento in cui si cambiano gli orari scolastici per via delle coincidenze e dei cambi necessari per raggiungere le proprie abitazioni in ogni fascia oraria d’uscita. Ci sono alunni che in questo momento grazie alla coincidenza tra orari dei genitori e quelli delle scuole non utilizzano i trasporti pubblici e che potrebbe doverli utilizzare con la variazione della settimana scolastica. In ultimo dichiariamo che, se è vero che per gli studenti che sono residenti in città un orario su 5 giorni non avrebbe grandi ripercussioni dal punto di vista della mobilità, è invece molto seria la questione di tutti coloro (e sono tanti) che abitano fuori Casale e scelgono le nostre scuole perché servite in questo momento dai mezzi pubblici con tempi di percorrenza accettabili. Chiediamo quindi che questo anno sia da considerarsi un anno di transizione affinché le scuole casalesi possano aprire un confronto interno sul “progetto scuola”, ma soprattutto attivare una ricerca molto più approfondita di quella che si pensa di fare per cambiare a gennaio in modo assolutamente traumatico e doloroso i trasporti a metà anno. Non vogliamo nemmeno immaginare che cosa succederebbe in mesi dell’anno dove ormai la scuola è arrivata alla scadenza del quadrimestre e tante difficoltà di solito emergono per gli alunni nei corsi di recupero. Quando a luglio questa ipotesi venne ventilata da qualcuno, tutte le parti convennero in quella sede sulla negatività di una proposta di questo genere. Ci impegniamo quindi a far di tutto per affrontare in modo organico la questione del risparmio energetico (come esplicitato nei nostri precedenti confronti), ma chiediamo alla Provincia rispetto delle scuole, evidenziando che i dirigenti scolastici hanno accettato il confronto con senso di responsabilità, per il bene dell’istituzione rappresentata e senza mai mancare di attenzione nei confronti delle alte Istituzioni e partecipato alle diverse riunioni in ogni periodo dell’anno. Siamo disponibili a rappresentare le nostre ragioni anche a S.E. il Prefetto e a difendere l’Autonomia scolastica in tutti i modi che saranno consentiti anche a tutela della nostra onorabilità e della responsabilità presa della partenza della scuole casalesi con orario su sei giorni in un contesto così difficile e pieno di incognite. Nei tre scorsi anni precedenti ricordiamo che la scuola è stata per lunghi periodi chiusa e che dare a tutti gli alunni oggi l’opportunità di un ambiente accogliente e riscaldato dovrebbe essere obiettivo strategico di tutte le Istituzioni statali».