Ritorno a scuola: stop a Dad e mascherine, ma la prudenza rimane
Il coronavirus ora fa meno paura. In provincia tornano sui banchi 45 mila studenti. Assegnati quasi tutti i posti vacanti tra i docenti
Via le mascherine, a meno che non si abbia il raffreddore, e stop al ricorso alla Dad, che a corrente alternata è stata la costante più problematica dell’ultimo biennio. È una scuola che non si lascia alle spalle la prudenza ma che proverà a voltare pagina quella che oggi riparte dopo la lunga pausa estiva.
Nell’Alessandrino, gli studenti che tornano sui banchi saranno circa 45 mila, dalla infanzia fino alle superiori. A sorvegliare che tutto fili liscio, c’è anche una nuova provveditrice, Laura Bergonzi, che pochi mesi fa ha preso il posto, nella sede dell’Ust di via Gentilini ad Alessandria, di Pierangela Dagna.
Per ora, a fare il punto sulla ripartenza della scuola piemontese è stato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, che da Torino tratteggia i numeri del nuovo anno, sottolineando come l’avvio delle lezioni sarà meno problematico che in passato: «Partiremo con il 96% dei docenti già al loro posto nei primi giorni di scuola» spiega. E snocciola i numeri: «L’Ufficio scolastico regionale ha concluso le operazioni di immissione in ruolo, assegnazione provvisoria e utilizzazione entro i tempi previsti dal ministero. In particolare, sono state effettuate, alla data del 1° settembre, 2.971 immissioni in ruolo, di cui 2.076 su posti comuni, 888 su posti di sostegno e 7 sui posti di personale educativo. Il 68,70% delle nomine in ruolo sono state effettuate da graduatorie di merito concorsuali, il 3,64% da graduatorie Gae e il 27,67% da Gps. Nelle prossime settimane saranno effettuate ulteriori immissioni in ruolo dal concorso straordinario, per il quale sono stati accantonati i posti, e dalle rimanenti classi di concorso della procedura concorsuale ordinaria, per ulteriori 2.400 posti».
Anche con le supplenze si è già arrivati a buon punto: «Sono stati assegnati, entro il 30 agosto, 15.791 incarichi a tempo determinato, di cui il 37% su posti di sostegno» spiega Suraniti, ricordando anche le 763 immissioni in ruolo e i 1.054 contratti a tempo determinato sul fronte del personale Ata, ossia bidelli, tecnici e amministrativi.
Lo scenario sembra dunque meno problematico del solito. Soprattutto, meno angosciante per chi la scuola la fa e la frequenta, senza la prospettiva di lezioni con le mascherine, distanziamenti ossessivi e isolamenti al primo starnuto. Ma la prudenza, tra sanificazioni e regole per la gestione dei positivi, non finirà in soffitta e bisognerà fare i conti con eventuali brutti tiri che la pandemia potrebbe ancora giocare in autunno.