Teatro comunale: una stagione da 13 spettacoli
Si partirà a ottobre, prevendita nel mese di settembre
Con "Attraverso" il primo spettacolo dal 2012, anteprima della stagione che partirà il 20 ottobre
OVADA – “Io sono solo un ventriloquo, il padrone delle parole è Carlo Annese”. Federico Buffa ha emozionato il teatro comunale di Ovada intitolato a “Dino Crocco”. Il pubblico, molti under 40, si sono immedesimati nelle storie dei protagonisti di “I diavoli di Zonderwater”, il campo di prigionia inglese allestito in Sud Africa dal quale, tra il 1941 e il 1947 sono transitati 90 mila italiani. Una città, divisa in quartieri, in cui lo sport è divenuto il modo per fare comunità e superare gli stenti secondo la storia recuperata dallo stesso Carlo Annese, giornalista di “La Repubblica”, e pubblicata nel libro vincitore del premio “Bancarella sport”.
Teatro comunale: una stagione da 13 spettacoli
Si partirà a ottobre, prevendita nel mese di settembre
Buffa è arrivato a Ovada nell’ambito di “Attraverso festival”, la rassegna che sta per chiudere i battenti dopo due mesi di spettacoli e incontri dislocati in tutto il Piemonte Meridionale. L’associazione torinese Hiroshima mon Amour ha le chiavi della rassegna stessa così come gestirà il teatro comunale di Ovada per i prossimi anni. La prima stagione inizierà il 20 ottobre. “C’è bisogno di ricominciare a fare cultura – ha spiegato Simona Ressico, prima della spettacolo – c’è bisogno di ricominciare a fare comunità”. Accanto alla stagione teatrale si svilupperà un’attività legata alle associazioni del territorio con riguardo particolare al mondo della scuola.
Federico Buffa, il nuovo monologo per il Teatro Comunale
OVADA - Un lungo inseguimento si coronerà martedì 6 settembre. Di fatto sarà l’anteprima della stagione teatrale che si svilupperà…
“Per noi riaprire il teatro è un traguardo importante – spiega Paolo Lantero, sindaco della città – La collaborazione con Hiroshima e Attraverso è un tassello in più perché la rassegna va oltre i confini delle piccole città. E in qualche modo facciamo lo stesso, con il nostro lavoro”.