I santi di oggi, 4 settembre, sono Santa Ida e Santa Rosalia
La vita di Santa Ida
Santa Ida, nacque nel 766 ca. in Westfalia (regione storica della Germania) e visse al tempo di Carlo Magno (742-814); i suoi cinque fratelli e sorelle, tutti scelsero la vita religiosa.
Dopo aver trascorso una giovinezza esercitando le virtù e pietà cristiane, sposò il duca di Sassonia, Ekbert, da lei amorevolmente curato durante una lunga malattia.
Dalla loro felice unione nacquero cinque figli, dei quali tre scelsero la vita religiosa.
Insieme al marito Ekbert, condussero una vita cristiana esemplare e fecero costruire una chiesa ad Herzfeld (diocesi di Münster), seguendo le indicazioni ricevute in un sogno.
Nell’811 quando aveva 45 anni, rimase vedova e Ida dopo aver sistemato dignitosamente i suoi figli, si ritirò presso la chiesa da lei fatta edificare ad Herzfeld, non lontano dal suo castello di Hoverstadt.
Nel locale attiguo alla chiesa, dove prese a vivere, si dedicò ad opere di pietà, di mortificazione e di carità verso i poveri della regione, donando loro il necessario con l’utilizzo dei suoi beni.
Ida, che veniva chiamata la “madre dei poveri”, contribuì in modo determinante a fondare la prima comunità cristiana della Westfalia meridionale.
La morte
Morì ad Herzfeld il 4 settembre 825 e seppellita accanto alla chiesa, dove aveva già fatto seppellire il marito.
Santa Ida è particolarmente invocata dalle donne in procinto di partorire; la sua festa si celebra il 4 settembre e ad Herzfeld è ricordata anche il 26 novembre, data della canonizzazione.
Santa Rosalia
Nasce a Palermo nel 1128 circa. Figlia del principe Sinibaldo, cugino del re Guglielmo I di Sicilia. Segretamente fa voto di verginità a Cristo e il giorno in cui deve incontrare il fidanzato impostogli dal padre, fugge di casa, vagando per molto tempo, fino ad arrivare in una spelonca sul monte Pellegrino, sopra Palermo. Vive in preghiera e penitenza tutto il resto della sua vita fino al 4 settembre 1165 quando muore, all’età di 35 anni. Nel 1624 vengono ritrovate le sue reliquie che poste in un’urna sono portate in processione per la città dilaniata dalla peste. Da quel momento l’epidemia comincia a regredire fino a cessare definitivamente. Rosalia diventa patrona della città siciliana e le sue spoglie sono venerate nel duomo.