Energica senza fornitore gas? Lavagno attacca: «Metteteci la faccia»
L'esponente del Pd paventa scenari molto preoccupanti, dalla (s)vendita alla chiusura. In tempi rapidissimi. «Ogni leggerezza può ancora costare (o far…
Il presidente di Amc risponde al consigliere Pd sulla querelle Energica
CASALE – L’avvocato Fabrizio Amatelli (Lega), presidente di Amc, che detiene il 100% delle quote di Energica, risponde all’intervento di Fabio Lavagno (Pd) in merito alla crisi legata all’approvvigionamento di forniture dell’azienda.
Prima una lunga introduzione: «Ritengo opportuno intervenire al fine di chiarire i termini della vicenda e l’operato dell’azienda, nella speranza di evitare la strumentalizzazione politica di un argomento che nei prossimi mesi inciderà sulla carne viva dei cittadini, delle imprese e dell’azienda che mi onoro di presiedere. Preliminarmente occorre rilevare come agli inizi degli anni 2000 il nostro paese poteva contare su poco meno di 21 miliardi di metri cubi di produzione all’anno di gas nazionale, ridotta oggi a circa 3,5 miliardi a causa di scelte politiche che hanno visto incontrarsi interessi sovranazionali specifici e molto concreti, con ideologie cosiddette ambientaliste presenti all’interno di determinati partiti. A partire dall’ottobre 2021, per ragioni prevalentemente speculative, si è verificato un repentino aumento dei prezzi del gas al Punto Virtuale di Scambio (PSV), divenuto insostenibile per le società grossiste che stavano fornendo le società di vendita quali Energica. Tra ottobre e dicembre 2021 sono state 40 le società grossiste andate in default, determinando il passaggio al conseguente default del trasporto delle rispettive società di vendita servite. Energica, come tutte le altre società di vendita, si è vista pertanto richiedere per l’anno 2021/22 da parte del proprio fornitore il rilascio di garanzie, oltre alla rinegoziazione per onerosità sopravvenuta dei contratti in essere con conseguente ridefinizione delle condizioni economiche. Energica si è trovata a reperire le garanzie richieste tra il 15 e il 31 dicembre 2021 e nell’impossibilità (tecnica e non economico/finanziaria) di ottenere il rilascio della fideiussione in tempi stretti ha sospeso il contratto con il proprio fornitore per un mese rivolgendosi a Snam, per poi riprendere il contratto di fornitura ottenuta nei tempi tecnici minimi il rilascio della garanzia».
Energica senza fornitore gas? Lavagno attacca: «Metteteci la faccia»
L'esponente del Pd paventa scenari molto preoccupanti, dalla (s)vendita alla chiusura. In tempi rapidissimi. «Ogni leggerezza può ancora costare (o far…
Quindi, in merito agli ultimi mesi: «Il management della società fin da aprile 2022 si è mosso diligentemente, in stretto contatto con Utiliteam, contattando periodicamente e ripetutamente tutti i principali attori del mercato grossisti (ENI, EDISON, ANGIE, EXPO, DUFERCO, HB, ecc.) al fine di sondare la loro capacità di approvvigionamento e la loro volontà di essere invitati a una gara ristretta finalizzata alla sottoscrizione del contratto di fornitura per la stagione termica 2022/2023, ma nessuno ha ritenuto di presentare offerte per quantitativi anche minimi. Appare evidente che si è in presenza di una crisi sistemica e sovranazionale. È notizia di questi giorni che la citta olandese dell’Aia (vicina alle stanze di Bruxelles) ha affermato di avere tenuto una gara d’appalto a livello UE a giugno e luglio, senza riuscire ad attirare alcuna offerta da potenziali fornitori, tanto da avanzare richiesta di esenzione temporanea dalle sanzioni UE contro la Russia, al fine di proseguire l’approvvigionamento con il proprio fornitore storico Gazprom. Il costo del gas che ha raggiunto i 330 Euro MWh, rende per altro impossibile la ricerca di un fornitore, non essendo pensabile ottenere garanzie per importi che superano il valore stesso della società. Del resto, anche reperire un grossista disposto a fornire la società “open credit” il disallineamento tra i flussi finanziari relativi agli incassi delle bollette e quelli per il pagamento della materia prima, determinerebbe una insostenibile esposizione finanziaria per decine di milioni di Euro, per tacere del rischio di morosità da parte dei propri clienti. In un scenario come quello sopra tratteggiato, il passaggio al “default del trasporto”, per altro in compagnia della quasi totalità delle aziende come Energica, sarebbe un passaggio obbligato e tecnico che consentirebbe di valutare tutti gli scenari strategici possibili in ordine al futuro della società. Chi scrive non esclude che a livello governativo vengano assunte decisioni, alcune anche banali, volte a risolvere non solo il problema per cittadini e le imprese, ma anche per le società di vendita di piccole e medie dimensioni in gran parte di proprietà pubblica».
Quali soluzioni? «Sarebbe sufficiente estendere la durata del default del trasporto da 6 a 12 mesi, alleggerire il sistema delle garanzie attraverso l’accesso diretto alla garanzia SACE da parte delle società di vendita o, quantomeno, prevedere l’assegnazione di un plafond assicurativo da parte di SACE, fino a giungere alla creazione di un soggetto che svolga la funzione di approvvigionatore nazionale a cui tutti i venditori, privi di un fornitore, possano rivolgersi a condizioni stabilite dall’Autorità, tutte proposte già presenti sul tavolo del Ministro Cingolani».
«In una situazione così delicata, l’intervento del consigliere Lavagno, appare a chi scrive mera speculazione politica soprattutto nella parte in cui si accusa l’azienda di una spiccata attitudine all’autosufficienza o quando si fa riferimento all’operazione di cessione quote Alegas che il consigliere sa benissimo essere stata dettata dalla situazione economico finanziaria del gruppo. Purtroppo in un mondo che va al contrario presiedere una società pubblica con i conti in ordine è sicuramente più complicato che una in difficoltà, ma questa è una considerazione personale».