Calvo: «Piuttosto della settimana corta i sabati d'inverno in dad»
La Provincia, per risparmiare sul riscaldamento, chiede alle superiori di Casale di terminare le lezioni al venerdì
Muro contro muro: «Respingiamo con forza la posizione della Provincia e del Comune di Casale»
CASALE – Come da pronostico, il Consiglio d’Istituto dell’istituto superiore Balbo di Casale, riunitosi ieri, dice ‘no’ alla proposta di settimana corta per l’anno scolastico al via il 7 e 8 settembre prossimo. Verosimilmente su analoghe posizioni si esprimerà il Collegio Docenti, convocato per domani.
Posizioni nette che arrivano a poche ore dalla riunione, in programma venerdì, nella quale con la Provincia si dovranno tirare le somme di come e in che modo si svilupperà il prossimo anno di scuola per le superiori di Casale.
Calvo: «Piuttosto della settimana corta i sabati d'inverno in dad»
La Provincia, per risparmiare sul riscaldamento, chiede alle superiori di Casale di terminare le lezioni al venerdì
«A oggi, tuttavia, non sono note le caratteristiche dell’orario e la disponibilità dei trasporti nella fascia oraria di conclusione delle lezioni: la riunione della Provincia con scuole e Comune è del 28 luglio, l’incontro con l’Agenzia per la mobilità è fissata per il 2 settembre 2022, le lezioni inizieranno tra il 7 e l’8 settembre 2022» spiega la nota sottoscritta dal Consiglio d’Istituto.
«In questa atmosfera di evidenti precarietà, viste anche le continue domande da parte delle famiglie per motivi organizzativi, respingiamo con forza la posizione della Provincia e del Comune di Casale in considerazione delle motivazioni didattiche e organizzative già espresse dal documento votato da Consiglio di Istituto e dal Collegio dei Docenti in data 17 febbraio 2022. La proposta avanzata nel cuore dell’estate risulta essere, per giunta, inattuabile sul piano pratico in ragione delle difficoltà di coordinamento dei servizi su gomma e rotaia delle province afferenti alla Città di Casale. I problemi che ricadrebbero su famiglie e studenti pendolari, specie per quelli che abitano a decine di chilometri dalla scuola, sarebbero davvero inconciliabili con una normale gestione della settimana di lezione. Molte famiglie, poi, di Casale e del circondario fanno coincidere gli orari di uscita dalle sedi scolastiche degli Istituti di I e II grado per il trasporto autonomo dei figli che, con il nuovo modello organizzativo, non sarebbe più possibile con conseguenze non facilmente prevedibili sui mezzi di trasporto pubblico, invece, facilmente verificabili rispetto alla crescita di esborso da parte dei genitori per il trasporto degli studenti! A fronte della gravissima emergenza nazionale della crescita del costo dell’energia, la scuola ribadisce la propria disponibilità a lavorare con la Provincia al fine del contenimento della spesa energetica con interventi anche immediati e possibili su infissi, punti illuminati, termosifoni, impianti di riscaldamento, assai obsoleti e dispendiosi, riduzione delle ore d’accensione e, nel caso (molto probabile) in cui il Governo poi richieda il razionamento, a operare (eventualità che qualcuno ipotizza, non noi) nel senso di una alternanza tra didattica in presenza e didattica a distanza che comunque non pregiudichi uno sviluppo sereno dell’anno scolastico per il lungo periodo in cui il riscaldamento non sarà richiesto. Sicuramente sarebbe da noi più facilmente accettabile (anche se non auspicabile) nei mesi di dicembre e gennaio la possibilità di fare al sabato al didattica a distanza piuttosto che lo stravolgimento per tutto il corso dell’anno del modello organizzativo: resta inteso, però, che a chiedercelo deve essere lo Stato e non una realtà locale che non ha il diritto di modificare l’orario scolastico. Al fine del razionamento energetico si sottolinea che Paesi europei con modelli organizzativi assai più seri, stanno procedendo semmai a realizzare un’apertura prolungata degli spazi comuni da mettersi a disposizione delle popolazioni di anziani o giovani, per evitare che il singolo privato debba rimanere a lungo nella propria abitazione e consumare quindi più energia di quella apparentemente risparmiata con la chiusura degli impianti di enti istituzionali o dei centri pubblici. Sappiamo dai dati forniti dal presidi delle scuole medie casalesi che più del settanta per cento delle famiglie chiede per i propri figli la scuola la secondaria di primo grado al sabato perché i genitori lavorano. Prendendo in considerazione questi dati si può ipotizzare che al sabato una buona parte del riscaldamento domestico debba essere tenuto acceso per tutta la mattina con costi rilevanti per le famiglie e un dispendio di energia di gran lunga superiore per la collettività ai fini del razionamento. Crediamo che sia fondamentale che un sistema di contenimento della spesa debba prevedere un’azione governativa nazionale e centralizzata e non un “ordine sparso” locale affrettato che rischi di riportare la scuola a modelli organizzativi ormai superati e poco fruibili».
Settimana corta: il 2 settembre l'incontro con le società di trasporto
La riunione convocata dalla Provincia con Amp.
Prosegue la nota: «Si invita la Provincia e gli amministratori del territorio a porre con forza al nuovo Governo e alle autorità competenti la questione anche in considerazione del fatto che alle scuole sono giunte in questi mesi grandissime risorse economiche dal PNRR per lo sviluppo del digitale ai fini della trasformazione dei locali delle scuole in spazi destinati a un percorso scolastico della scuola 4.0 che necessitano di una collaborazione economiche ed organizzativa delle Province per garantire strutture adeguate sicuramente molto più ampie e accoglienti rispetto a quelle che attualmente sono a disposizione degli istituti scolastici. Così come richiesto da più parti, le scuole in pochissimi mesi potrebbero essere tutte ricoperte da impianti di pannelli solari per la produzione di energia elettrica e anche per integrare gli impianti di riscaldamento. Si ricorda, poi, che la nostra scuola sta ancora aspettando di sapere quali saranno i locali idonei per allocare di volta in volta una parte delle classi durante i lavori dell’antisismica e che sempre in modo serio e responsabile la nostra istituzione ha collaborato con tutte le Amministrazioni per la promozione del territorio monferrino, oggi segnato da una gravissima crisi economica e demografica con moltissime realtà scolastiche sottodimensionate e il rischio che anche le scuole superiori siano toccate da una ricaduta negativa determinata da una mancanza di adeguati investimenti sul piano strutturale in un tempo in cui con il PNRR molte istituzioni investono con la creazione di nuove scuole. La nostra istituzione rivendica di essere presa in considerazione così come sempre avvenuto in passato, nel rispetto dell’autonomia scolastica e della progettualità del PtOF. Svilupperemo, nelle forme e nei modi previsti, tutte le iniziative lecite al fine di tutelare gli interessi degli studenti. La forma organizzativa delle lezioni è di competenza dell’istituzione scolastica e non è nemmeno pensabile un cambio dell’assetto ad anno iniziato o a mesi di distanza del primo giorno di scuola! Non riteniamo concretamente realistico il risparmio energetico che viene previsto e siamo pronti anche a partecipare in forme eccezionale con il bilancio della scuola a sviluppare concreti investimenti come quelli che oggi, da parte di tutti gli istituti d’Italia, vengono unanimemente ventilati, ma non a compromettere per sempre il percorso formativo dei nostri studenti, specie dopo due anni di pandemia con l’esigenza di poter garantire loro un contesto sereno e accogliente per lo sviluppo degli studi. Una sedicente “settimana europea” che non prevede strutture d’appoggio alla didattica (mense, biblioteche, sale studio, spazi per la socializzazione, ambienti per la arti visive) ha comportato, in molti luoghi d’Italia dove sperimentata, l’aumento dell’assenteismo studentesco e crolli di attenzione e di partecipazione attiva da parte degli alunni con conseguenze ulteriormente problematiche sui processi di apprendimento: oggi, nelle grandi città dove per prima si è sperimentata, sono tantissimi gli istituti che ritornano sul modello organizzativo di sei giorni e che prendono atto della inconciliabilità di questo modello con le forme della scuola italiana. Per dimostrare, però, che la scuola non vuole in alcun modo ignorare le richieste degli alunni e delle famiglie e che è disponibile a mutare opinione, nel caso la maggioranza propenda per un altro modello organizzativo, avvieremo con la componente genitori e studenti un ampio processo di consultazione e di partecipazione, avvalendoci di questionari on line, per verificare se i dati a nostra disposizione (settanta per cento di famiglie che alle medie vuole il sabato, richieste di molti genitori, specie in alcune sezioni dove il sabato era stato sperimento in passato per i bienni, di cambiare modello e di passare ai sei giorni) saranno confermati da una consultazione con garanzie di attendibilità e segretezza. La speranza è che tutti i soggetti protagonisti si muovano con rispetto e attenzione per i valori pedagogici ed educativi sottesi al dibattito. Si chiede di non modificare l’orario dei trasporti anche al sabato, ma di continuare con il modello attuale almeno per la nostra scuola, accettando le proposte di risparmio energetico nazionale e facendo eventualmente, se necessario e richiesto dal Governo, scelte di risparmio (nei mesi invernali) davvero efficaci e condivise».