PalaEnergica: il Pd presenta una mozione per chiedere all'amministrazione un ripensamento
Dopo l'acceso dibattito nell'ultimo consiglio comunale
L'esponente del Pd paventa scenari molto preoccupanti, dalla (s)vendita alla chiusura. In tempi rapidissimi. «Ogni leggerezza può ancora costare (o far perdere) milioni di euro».
CASALE – Energica, la società interamente partecipata da Amc che si occupa dell’acquisto e della vendita del gas metano su tutto il territorio casalese, rischia di rimanere senza forniture e perciò di essere in grado di sopravvivere? A paventare questo scenario è Fabio Lavagno, consigliere comunale del Pd: «A giugno, Energica ed Amc approvavano i loro bilanci e contestualmente rinnovavano (confermavano) gli organi di amministrazione, senza batter ciglio. “Tutto in ordine” la parola d’ordine. Non era ancora chiaro cosa stava succedendo? Nessuno sapeva ancora che la società del gas non avrebbe avuto forniture per l’inverno? Bisognava nascondere la polvere sotto il tappeto? (o l’ombrellone)? – esordisce l’esponente dem – È ormai noto che dal 1 ottobre 2022 Energica non avrà un fornitore di gas, in gergo “Default del Trasporto”. Se questa condizione dovesse perdurare, resterebbero 6 mesi di fornitura sostitutiva da parte di Snam e poi si chiuderebbe con un conseguente azzeramento del valore di Energica».
Va avanti Lavagno: «Ce la caviamo dicendo che è colpa di Putin? Per carità, siamo in buona compagnia, ma un conto è non avere l’intera disponibilità delle forniture di gas per l’anno termico 2022/23 (condizione comune a tutte le società di vendita di medie e piccole dimensioni) altro è invece non avere un fornitore ed essere costretti a ricorrere al Fornitore di ultima istanza (Snam). Ci sono società pubbliche e private, anche più piccole di Energica, che hanno l’80% delle forniture assicurate. Qui cosa è realmente successo? Già a febbraio 2022 Energica aveva dovuto ricorrere al Fornitore di ultima istanza (Snam), non era un avviso sufficiente per metter mano alla situazione? Anzi, con una certa prosopopea degna di tempi migliori, nella relazione sulla gestione della società allegata al bilancio approvata il 16 giugno si legge: “Non risulta in alcun modo intaccata la prospettiva di continuità aziendale, anche in maniera prospettica, essendo la società dotata di un complesso economico e funzionale solido e destinato a produrre reddito per il futuro”. E con tutto questo ben di Dio, (€ 4.000.000 di patrimonio netto e € 7.000.000 di liquidità), Energica non è stata in grado di fornire nel dicembre 2021 la fidejussione richiesta dal suo fornitore di gas? Due i casi: o Energica non poteva soddisfare contabilmente la richiesta ed allora la relazione al bilancio è semplicemente un falso oppure Energica non ha ottemperato diligentemente e per tempo alla richiesta ed allora c’è un problema di responsabilità di management, amministrativa e di controllo grande come una casa. Dove sono finiti, dov’erano in questi mesi gli organi di controllo? E il controllo analogo? E la Governance? E due collegi dei revisori?».
Accuse durissime, uno scenario che mette in discussione il futuro stesso della partecipata di Amc: «Comprare e vendere gas e energia elettrica non è un attività pubblica per vocazione, lo può essere fintanto che è redditizio per l’impresa (ed in definitiva per la comunità), ma soprattutto quando riesce ad assicurare condizioni di favore rispetto alle condizioni del mercato: questo è il senso profondo dell’avventura “dell’industria municipale” e non a caso si chiamava “servizio di maggior tutela”. Tutto questo ha perso nel tempo di significato, con la fine (prevista per legge) del servizio di maggior tutela ed è definitivamente crollato a partire dal settembre 2021, con l’impennata dei prezzi della materia prima e l’impossibilità per Energica di offrire anche solo un euro di sconto sul prezzo di mercato del gas. Dovevamo aspettare il 30 giugno per accorgerci di quel che stava capitando? L’opzione di mettere sul mercato oggi, la nostra società di vendita più che un opzione, sembra una scelta della disperazione».
Lavagno, al solito pungente nei confronti del capoluogo di Provincia, cambia registro per una volta: «Dobbiamo riconoscere (quanto mi costa!) che il Comune di Alessandria, a trazione leghista, è stato più bravo e con la cessione delle quote di Alegas ha realizzato alla fine del 2021 un risultato probabilmente ancora molto vicino ai valori precedenti alla crisi degli approvvigionamenti. Amc ed Energica, nello stesso periodo, si occupavano di Palaenergica! Il mercato del gas stava esplodendo ed il management della nostra partecipata si preoccupava di lucidare il marchio!».
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Dopo l'acceso dibattito nell'ultimo consiglio comunale
«La prima decisione amministrativa di spessore ha trovato questa maggioranza del tutto impreparata – continua l’esponente dem – Non vi chiediamo di sospendere la decisione di vendere qualora sia questa la vostra scelta; vi chiediamo innanzitutto di metterci la faccia non continuando a far finta che si tratti di scelte relegate all’autonomia delle aziende (Amc e Energica). Intervenire sulle quote o sulle partnership sono scelte politiche che attengono alla proprietà ed al vertice politico della proprietà. Non possiamo aspettare la Festa del Vino, o il risultato delle elezioni politiche per tenere un Consiglio Comunale sulla materia. In secondo luogo vi chiediamo una valutazione comparata del rischio tra le opzioni possibili da richiedere a d un soggetto sufficientemente autorevole e imparziale. Si tratta di valori consolidati nel tempo di patrimonio di tutta la comunità. Ogni leggerezza può ancora costare (o far perdere) milioni di euro. Vi chiediamo infine (se dovesse prevalere la soluzione della partnership, ovvero apertura alla cessione delle quote), di riflettere sulla curiosa circostanza che ogni ipotesi di collaborazione di Amc con terzi è fallita. Am+ rappresenta un’eccezione, ma questa era un’altra scelta di disperazione, ma Chiara gas (settore vendita gas) è stata sciolta, Idea (sfruttamento salti d’acqua per produzione idroelettrica) è stata liquidata, Retidea (settore distribuzione gas) è stata costituita e sciolta in 3 anni, la collaborazione con Egea (settore distribuzione gas) non è nemmeno mai iniziata. Forse perché il gruppo Amc denota una spiccata attitudine all’autosufficienza anche in contesti dove la collaborazione è sviluppo ed investimento?».
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Che fare? «Si incardini subito la discussione e la decisione finale nella sede e nell’organo deputato altrimenti tra le tante date citate dovremmo annoverare anche un 8 settembre casalese, una fuga ingloriosa da un problema e la frettolosa sepoltura di una storia di fornitura municipale di gas naturale durata ben 45 anni».