Il santo di oggi, 24 agosto, è San Bartolomeo
Oggi, 24 agosto, la Chiesa celebra anche Sant'Emilia de Vialar
I santi di oggi, 24 agosto, sono San Bartolomeo e Sant’Emilia de Vialar.
La vita di San Bartolomeo
Apostolo, martire e patrono di Benevento.
Il suo vero nome è Natanaele che significa “dono di Dio”. Nasce in Palestina ed è amico di Filippo grazie al quale ha il grande onore di conoscere Gesù. Qualche giorno dopo il loro incontro ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e Gesù e i suoi discepoli vennero invitati forse dallo stesso Bartolomeo che assistette ai famosi miracoli avvenuti in quell’occasione. Bartolomeo diventerà a sua volta apostolo di Gesù e assisterà anche alla resurrezione e alla sua ascensione in cielo: in seguito annuncerà il Vangelo in Armenia, India e Mesopotamia, guarirà i malati e gli indemoniati.
La morte
Quando guarisce la figlia del re di Armenia Polimio, tutta la famiglia reale si converte al cristianesimo. I sacerdoti pagani, però, lo fanno catturare, torturare e uccidere scorticandolo vivo e crocifiggendolo. Dal X secolo le sue reliquie sono venerate nella chiesa di San Bartolomeo a Roma mentre il suo cranio si trova nel duomo di san Bartolomeo a Francoforte.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
Sant’ Emilia de Vialar
A Marsiglia in Francia, santa Emilia de Vialar dedita alla diffusione del Vangelo in regioni lontane, istituì la Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione e la diffuse con dedizione.
Anna Margherita Adelaide Emilia de Vialar era l’unica figlia femmina del barone Giacomo Agostino de Vialar e di sua moglie. Quando il padre restò vedovo Emilia abbandonò gli studi a Parigi all’età di quindici anni per restargli vicina ma la sua decisione di non sposarsi deluse profondamente il genitore. La ragazza si chiuse in se stessa, trascorrendo molto tempo in preghiera.
Nel 1818 grazie all’incontro con un giovane curato che la aiutò a capire la sua vocazione, Emilia iniziò a prendersi cura dei bambini poveri e abbandonati con il malcontento del padre che non voleva che la sua terrazza venisse usata per alloggiare i malati e i bisognosi. Qualche anno dopo Emilia ereditò una considerevole somma di denaro dal nonno materno con la quale acquistò una grande casa a Gaillac per lei e tre compagne a cui si unirono presto altre donne. Tre mesi dopo l’arcivescovo di Albi le autorizzò a indossare l’abito religioso e il gruppo prese il nome di congregazione delle Sorelle di S. Giuseppe dell’Apparizione.
La congregazione sviluppò un carattere missionario attraverso l’educazione dei ragazzi e la cura dei poveri e dei malati. Pochi anni dopo fondarono un’altra casa a Bone, a Tunisi, a Costantina e a Malta.
Quando Emilia fece ritorno a Gaillac nel 1846, trovò che un cattivo amministratore aveva lasciato la congregazione in condizioni economiche disastrose. Dopo vani tentativi per vie legali, Emilia decise di partire per la Grecia, dove fondò un convento sull’isola di Syra. Fu il suo ultimo viaggio, anche se altre fondazioni nacquero durante gli ultimi anni della sua vita.
Emilia morì nel 1856 in seguito all’aggravarsi della sua malattia: infatti soffriva da lungo tempo d’ernia, la conseguenza di un atto di carità giovanile. Venne canonizzata nel 1951.