Il santo di oggi, 21 agosto, è San Pio X
Oggi, 21 agosto, la Chiesa celebra anche Beata Vittoria Rasoamanarivo
I santi di oggi, 21 agosto, sono San Pio X e Beata Vittoria Rasoamanarivo.
La vita di San Pio X
Giuseppe Sarto nacque a Riese, nella diocesi di Treviso, il 2 giugno 1835.
Nel 1884 venne eletto vescovo della nostra diocesi. Il 5 giugno 1892 fu chiamato alla sede patriarcale di Venezia e il 3 agosto 1903 fu eletto alla cattedra di Pietro, assumendo il nome di Pio X.
E’ il pontefice che nel Motu proprio “Tra le sollecitudini” (1903) affermò che la partecipazione ai santi misteri è la fonte prima e indispensabile della vita cristiana. Difese con forza l’integrità della fede cattolica, propose e incoraggiò la comunione eucaristica anche dei fanciulli, avviò la riforma della legislazione ecclesiastica, si occupò positivamente della questione romana e dell’Azione Cattolica, curò la formazione dei sacerdoti, fece elaborare un nuovo catechismo, favorì il movimento biblico, promosse la riforma liturgica e il canto sacro.
Morì il 21 agosto 1914. Pio XII lo beatificò nel 1951 e lo canonizzò nel 1954.
Il suo corpo è venerato nella basilica Vaticana.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
La vita di Beata Vittoria Rasoamanarivo
È una principessa dell’isola del Madagascar (Oceano Indiano). Rasoamanarivo, nata a Tananarive nel 1848, appartiene a una prestigiosa famiglia. Suo nonno è il primo ministro della regina, carica ereditata da suo fratello maggiore. La madre la educa rispettando la religione locale.
Quando nell’isola arrivano i missionari gesuiti francesi, alla loro scuola la bambina impara a conoscere la religione cattolica e da lì non vi uscirà più. A tredici anni, contro il volere della famiglia, si fa battezzare con il nuovo nome Vittoria. La ragazza si reca in chiesa tutti i giorni, prega, recita il Rosario – lo tiene sempre in mano, visibile a tutti – anche in gruppo, con gli schiavi, all’aperto.
Aiuta i poveri, i prigionieri, i lebbrosi. Dona denaro alle chiese, alle scuole dei missionari, ai ricchi affinché rendano migliore la condizione degli schiavi. A difesa della Chiesa cattolica si schiera contro la famiglia e il governo quando vengono allontanati i missionari gesuiti, accusati di essere alleati con la Francia colonizzatrice. Diventa lei stessa punto di riferimento per i cattolici del Madagascar in assenza di sacerdoti e di suore, fino al loro ritorno nell’isola.
La principessa vorrebbe diventare suora, ma la famiglia la convince a rinunciarvi. Viene data in sposa a Radriaka, figlio del primo ministro. Per volere di Vittoria il matrimonio viene celebrato alla presenza di un sacerdote cattolico. La principessa crede nel sacramento del matrimonio e desidera mantenere fede a tale unione per tutta la vita. Purtroppo il marito si rivela un uomo fragile, con il vizio del gioco e dell’alcol. È infedele, si accompagna ad altre donne che porta anche nella casa coniugale.
Vittoria non perde mai la pazienza e continua ad amare il marito. Quando torna a casa ubriaco gli lava i piedi, gli prepara da mangiare, lo mette a letto. Un giorno Radriaka rincasa gravemente ferito per una caduta. Vittoria lo cura e prega per lui, per la sua anima. Rimasta vedova e senza figli, ha tanti schiavi alle sue dipendenze. Vorrebbe farne a meno, ma li tiene per non cederli ad altri padroni spietati. È loro amica e da loro è molto stimata.
La principessa dal cuore d’oro muore nel 1894, amata da tutti.