A Spigno le sculture della Sciutto, con il fiore più grande del mondo
Oggi alle 18 in programma l?inaugurazione nella Sala d?Arte di corso Roma
SPIGNO MONFERRATO – Le suggestive sculture di Renza Laura Sciutto sono in mostra da sabato nella Sala d’Arte di corso Roma 98 a Spigno Monferrato. ‘Quegli strani fiori’ è il titolo dell’esposizione che viene inaugurata oggi, sabato 20, alle 18 con presentazione del professore Carlo Prosperi. Continuerà fino all’11 settembre e si potrà visitare ogni sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle ore 19.30. Nei giorni 8, 9,10 e 11 settembre, durante la festa “Settembre spignese”, resterà aperta anche durante le ore serali.
Tre stanze a tema
La mostra si articola in tre sale. La prima è dedicata a grotteschi fiori e vegetali che ci proiettano in un mondo deformato dalla violenza esercitata su di esso dall’uomo. Sculture quanto mai profetiche in un periodo in cui si incominciano a sentire in modo sempre più chiaro i devastanti effetti del cambiamento climatico. Queste opere inglobano anche ferro di recupero in nome di una filosofia ambientalista contraria alla cultura dell’abbandono e del gettare via. In realtà non tutti i vegetali sono frutto di fantasia. A volte infatti la realtà può superare l’immaginazione. È il caso della rafflesia, il fiore più grande del mondo, sconosciuto alla maggior parte delle persone. Nella mostra è raffigurato in una dimensione ridotta. Venne scoperto agli inizi dell’Ottocento nella foresta fluviale dell’isola di Sumatra da sir Thomas Stamford Raffles. Si tratta di un fungo globoidale che, quando è maturo, si apre in lamine petaliformi, a stella. È chiamato anche ‘fiore cadavere’ per il suo odore.
Una rappresentazione che ci ricorda come la natura può superare ogni nostra fantasia anche nel campo del grottesco. La seconda stanza della mostra è dedicata a oggetti di arredo come vasi e piatti: opere suggestive per il fascino arcaico che emanano. Infine, una terza stanza, insieme ad altri oggetti d’arredo, presenta personaggi e animali. La maggior parte delle opere esposte sono state realizzate con la tecnica raku, antico tipo di cottura dell’argilla, originario del Giappone, che si basa sul trattamento termico dell’oggetto: viene posto, ancora incandescente, in un contenitore a contatto con materiali combustibili e ossidanti, che lo rendono originale e non ripetibile. Il procedimento aveva origini rituali, oggi artisti come Sciutto lo utilizzano in base a un’estetica moderna.