«Chiediamo esami del sangue, ma non solo»: parte la raccolta firme
Inquinamento: proposta popolare per sottoporre all'Amministrazione comunale tutta una serie di richieste
La prima tranche della indagine epidemiologica evidenzia un aumento significativo di patologie, anche gravi, in un raggio di tre chilometri dal polo chimico
ALESSANDRIA – Ci sono istituzioni che hanno il dovere di proteggere la salute di persone e ambiente. E l’avevano soprattutto dopo la prima tranche di una indagine epidemiologica realizzata da Arpa che ha lanciato un allarme preciso evidenziando un aumento significativo di patologie, anche gravi, in un raggio di tre chilometri dal polo chimico.
Ma in questi quattro anni, Comune e Asl non hanno fatto nulla. Ora, l’indagine giornalistica della televisione belga Rtbf segnala un altro, importante, punto: nel sangue di una cinquantina di volontari sono stati trovati i PFAS (le cosiddette sostanze chimiche eterne). Due i campioni di popolazione esaminati: uno a Spinetta l’altro ad Alessandria. Si tratta di persone che volontariamente si sono sottoposte ad esami del sangue realizzati da scienziati dell’università di Liegi.
«Chiediamo esami del sangue, ma non solo»: parte la raccolta firme
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Ebbene, le risposte sono choccanti ma, purtroppo, prevedibili. Nel sangue degli spinettesi i valori di PFOA – il PFAS dismesso nel 2013 – sono presenti in maniera significativa. Il cC6O4 (PFAS di nuova generazione) è stato trovato nelle acque di scarico, ma non nel sangue. Questo pone un quesito: è stato cercato nel posto giusto? Gli esperti hanno trovato la sostanza nell’acqua di scarico, l’hanno cercata nel sangue, ma non nelle urine. Un’analisi, quelle delle urine, non andrebbe scartata.
Pur in assenza di standard specifici, invece, ci sono forti probabilità che nel sangue ci sia la presenza di sostanze che gli esperti riconducono all’ADV (PFAS a catena lunga e non di nuova generazione, ancora in uso e, secondo quanto è dato sapere, attualmente in produzione). L’ADV è un “vecchio” PFAS in uso dal 1992, è a catena lunga quindi presumibilmente molto più persistente e pericoloso.
Ci domandiamo: quali sono i motivi per cui il PFOA – dismesso nel 2013 – è presente in maniera così significativa nel sangue degli spinettesi che abitano anche lontano dallo stabilimento? È davvero molto persistente? Oppure fuoriesce da qualche parte?
Inoltre, quali sono gli effetti sulla salute dei PFAS trovati nel sangue?
I ricercatori italiani stanno studiando eventuali effetti su tiroide, colesterolo, fegato, reni, prostata ma anche sull’efficacia dei vaccini (e non solo quelli pediatrici).
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A fronte di tutto questo, le istituzioni hanno il dovere di approfondire queste tematiche e cercare le risposte. Questo per garantire prevenzione, ma anche l’informazione corretta da fornire alla popolazione esposta a un disastro ambientale. I PFAS si aggiungono così ad altri inquinanti chimici (alcuni anche cancerogeni) presenti da anni nell’area del polo chimico.
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Intanto, ben prima dei risultati divulgati ieri, è partita la raccolta firme popolare: per aver informazioni potete contattare gli organizzatori all’indirizzo email raccoltafirme2022@libero.it
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