Settimana corta: il 2 settembre l'incontro con le società di trasporto
La riunione convocata dalla Provincia con Amp.
Prosegue il dibattito sul tema dell'introduzione della settimana corta nelle superiori cittadine
CASALE – Il 7 settembre inizierà l’anno scolastico delle superiori a Casale. Solamente cinque giorni prima è stato convocato l’incontro, con Provincia di Alessandria, Amp, presidi e amministrazione comunale, per cercare di formulare un nuovo quadro orario dei trasporti che tenga conto delle nuove esigenze delle scuole casalesi, nell’ottica di introduzione della settimana corta di lezioni.
Settimana corta: il 2 settembre l'incontro con le società di trasporto
La riunione convocata dalla Provincia con Amp.
Stando alle parole del sindaco Federico Riboldi di poche settimane fa, se non si troverà una rapida (rapidissima) soluzione, l’introduzione della settimana europea è destinata a slittare all’anno scolastico 2023/24.
Niente scuola al sabato? O si parte a settembre o si adotta nel 2023/24
Un'autentica corsa contro il tempo, da affrontare entro l'inizio delle lezioni, fra quaranta giorni, ma con agosto di mezzo.
Sulla tempistica della riunione tuona Riccardo Calvo, preside del Balbo, che critica anche l’assenza di rappresentanti della Provincia di Pavia e della Regione Lombardia (moltissimi del 60% di studenti pendolari che frequentano le scuole superiori di Casale sono lomellini): «Appare evidentemente in contraddizione con la possibilità che si riesca a partire normalmente per il giorno 7 settembre».
Calvo chiede che si anticipi l’incontro, magari già la prossima settimana: «Fatto salvo che il nostro Consiglio di Istituto e il Collegio docenti si esprimeranno rispettivamente il 30 agosto e il 1° settembre, ritengo indispensabile che si anticipi l’incontro ai giorni dell’ultima decade di agosto per poter sottoporre agli organismi competenti della scuola, ma soprattutto comunicare ai genitori, un prospetto di orario valido sia per la Regione Piemonte sia per la Regione Lombardia, a partire – così come era stato fortemente sottolineato – dall’inizio dell’anno scolastico. In caso contrario, diventa difficile immaginare una partenza regolare dell’anno scolastico così come auspicato da tutte le componenti del tavolo tecnico. Altro discorso sarebbe quello di aver già a disposizione nei prossimi giorni, prima dell’incontro del 2 settembre, una tavola oraria generale di tutte le modifiche già attivate sia in Piemonte sia in Lombardia con la possibilità di richiedere ai gestori dei trasporti solo eventuali limature del nuovo orario. Con questa proposta le scuole potrebbero così rispondere alle moltissime famiglie che si sono rivolte a noi per poter avere delucidazioni sulle modifiche orarie e organizzarsi nelle esigenze famigliari in considerazione del fatto che la scelta dell’istituto era avvenuta a partire da un modello orario differente e del fatto che nelle attività di orientamento non è mai stato indicato che ci sarebbero state modifiche nel corso del quinquennio di studi. La scuola, sulla base di quell’impianto organico, ha attuato valutazioni di potenziamento sui sei giorni e ha previsto scelte strategiche nel Piano triennale dell’Offerta formativa: modificare tutto questo richiede un serio confronto con il Collegio dei docenti e con le famiglie».
Calvo prosegue in una missiva inviata alla Provincia e per conoscenza anche all’amministrazione comunale: «Colgo l’occasione per ribadire la disponibilità della scuola a partecipare in qualunque momento alla ricerca di locali, così come già prospettato nei mesi scorsi con la visita alla sede dell’Istituto “Artusi”, durante i lavori relativi all’antisismica previsti nel plesso “Balbo-Palli” per la fine dell’anno; di tutto ciò che invece riguarda la forte compromissione delle finestre e dell’impiantistica di riscaldamento abbiamo già detto e scritto, così come delle numerose opportunità di risparmio energetico con l’installazione di impianti a led oggi previsti negli uffici pubblici. Allo stesso modo si attende risposta alle nostre richieste di sfalcio dei cortili e dei giardini della scuola che soltanto grazie alla tremenda siccità di questo periodo non sono diventati una foresta, in considerazione dell’assenza totale di interventi (a differenza degli scorsi anni con la puntuale presenza dei giardinieri che garantivano alla scuola un livello di dignità, oggi compromesso dall’assenza di risposte anche dopo l’approvazione del bilancio)».