Spinetta, la falda è inquinata ben oltre l’effetto della barriera idraulica
Arpa ha pubblicato i dati riferiti al periodo ‘dicembre 2021 - marzo 2022’ e non sono incoraggianti
ALESSANDRIA – In un periodo di crisi idrica e di acqua razionata sapere che parte della quarta falda più importante del Piemonte, quella che scorre sotto Spinetta in direzione del fiume, è inquinata (e per alcune delle sostanze sotto il polo chimico i valori non sarebbero in miglioramento nonostante le opere di bonifica e la messa in sicurezza) deve far riflettere.
Meglio dei proclami ci sono i numeri di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Dati riferiti alle compagne di monitoraggio trimestrali dicembre 2021 – marzo 2022 in aree interne ed esterne al polo chimico, per la ricerca, nei diversi livelli acquiferi, sia degli inquinanti normati dal decreto legge 152/2006 che dei PFAS.
I risultati degli ultimi accertamenti ci raccontano di un inquinamento che va oltre l’effetto della barriera idraulica e ci mostra, ad esempio, che nella falda profonda ci sono tracce del PFAS ADV.
Dentro allo stabilimento
Lasciamo che a parlare siano i riscontri delle analisi eseguite dall’Agenzia alessandrina. I numeri che riportiamo di seguito si riferiscono a microgrammi-litro.
Nell’area interna allo stabilimento i dati Arpa risultano sostanzialmente in linea con i risultati dei monitoraggi precedenti ed evidenziano che all’interno del sito – nel livello più superficiale della falda (livello A) – sono presenti sia cC6O4 che ADV.
Nella campagna di dicembre 2021, il cC6O4 ha fatto registrare, tra i piezometri controllati da Arpa, la concentrazione minima di 0,05 e massima di 847, mentre a marzo 2022 sono stati registrati rispettivamente 0,05 e 1134; il composto ADV a dicembre 2021 ha avuto una concentrazione minima di 0,09 e massima di 95,90, mentre a marzo 2022 la concentrazione massima rilevata è stata pari a 52.
In area interna è presente anche il PFOA con una concentrazione massima rilevata da Arpa a dicembre 2021 pari a 41,80 e a marzo 2022 pari a 48 (concentrazione minima di 0,02).
Inquinanti storici
Relativamente ai cosiddetti “inquinanti storici”, in alcuni piezometri interni allo stabilimento filtrati nel livello più superficiale dell’acquifero, Arpa continua a registrare il superamento degli obiettivi di bonifica sito specifici (CSR – Concentrazione Soglia di Rischio) dei parametri Cloroformio e Tetracloruro di Carbonio (a dicembre 2021 valori massimi riscontrati per Cloroformio pari a 811, rispetto ad una CSR di 65, e per Tetracloruro di Carbonio pari a 992, rispetto ad una CSR di 66; a marzo 2022 si sono registrati valori massimi per Cloroformio pari a 107 e per Tetracloruro di Carbonio pari a 368).
Piezometri interni
In alcuni piezometri interni sono stati rilevati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Rischio per il Dibromoclorometano (massimi rilevati a dicembre 2021 pari a 0,35 ed a marzo 2022 pari a 0,66), Bromodiclorometano (massimi rilevati a dicembre 2021 pari a 3,10 ed a marzo 2022 pari a 0,96), Bromoformio (massimi rilevati a dicembre 2021 pari a 1,10 ed a marzo 2022 pari a 1,70). Tra dicembre 2021 e marzo 2022, si registrano concentrazioni massime di Triclorofluorometano pari a 252 e di Diclorodifluorometano pari a 95.
Il cromo esavalente
Per quanto riguarda i parametri inorganici, si segnala in diversi piezometri la presenza di Cromo esavalente, Cromo totale, Nichel, Antimonio, Arsenico, Selenio, Mercurio in concentrazioni superiori alle Csc.
A livello intermedio
Relativamente al livello intermedio dell’acquifero (livello B), dai dati Arpa relativi a piezometri interni al sito, emerge che PFOA, cC6O4 e ADV sono presenti in concentrazioni variabili tra 0,02 e 0,12 (marzo 2022). Relativamente ai contaminanti “storici”, il Cloroformio presenta un massimo di 0,55 a marzo 2022 (0,53 a dicembre 2021) mentre il Tetracloruro di Carbonio presenta un massimo di 1,9 a marzo 2022.
La falda profonda
Relativamente al piezometro nel livello più profondo dell’acquifero (livello V) a dicembre 2021 Arpa rileva presenza di cC6O4 pari a 1,38 e di ADV N2 pari a 2,39 mentre a marzo 2022 si rilevano tracce esclusivamente di ADV N2 (0,06). Gli inquinanti storici non hanno mostrato superamenti delle CSC.
Area esterna polo chimico
All’esterno del sito – nel livello più superficiale della falda – si conferma il permanere di valori significativi di contaminanti lungo la direzione del deflusso di falda ben oltre l’area di influenza della barriera idraulica, sia per quanto riguarda i tensioattivi pefluoroalchilici (nel periodo dicembre 2021 – marzo 2022 si osservano valori massimi di PFOA che oscillano tra 4,22 e 4,01, di ADV N2 tra 6,15 e 3,77, di cC6O4 tra 1,07 e 1) che per gli inquinanti storici (Cloroformio a dicembre 2021 presenta un massimo di 44 mentre il Tetracloruro di Carbonio fa registrare un massimo di 38 a marzo 2022).
«Superiori ai limiti»
L’Agenzia ha, inoltre, rilevato la presenza di ulteriori inquinanti come Cromo VI e Fluoruri, in concentrazioni superiori ai limiti di legge (rispettivamente di 5 e 1500) nei piezometri esterni di valle controllati con un massimo rilevato a dicembre 2021 di 72 per il Cromo VI e di 2942 per i Fluoruri. Negli stessi punti si registra, inoltre, la presenza di Triclorofluorometano e Diclorodifluorometano.
PFOA e ADV
Relativamente al livello intermedio dell’acquifero (livello B), nel piezometro monitorato da Arpa il cC6O4 è inferiore al limite di quantificazione, mentre sono presenti PFOA (0.48 a marzo 2022) e ADV (0.06 a marzo 2022) in concentrazioni leggermente inferiori rispetto alla campagna di dicembre 2021 (rispettivamente 0,54 e 0,10). Nelle due campagne di dicembre 2021 e marzo 2022, si rileva anche presenza di Cromo VI pari a 7,6.