Croce Rossa di Valenza: non solo ambulanze
Un centinaio di volontari e tante sfaccettature diverse
VALENZA – L’errore più facile che si può commettere, nel parlare del gruppo di Croce Rossa di Valenza (parte del Comitato di Alessandria) e ricondurre l’attività dei suoi cento volontari alle sole prestazioni in ambulanza. «Non è assolutamente così – spiega Giusy Nicolosi, responsabile dallo scorso novembre del distaccamento di strada Pontecurone – certo, svolgiamo servizio di 118 in estemporanea, ma ci occupiamo anche del trasporto dei pazienti dializzati e infermi in generale, poi di vari servizi di assistenza, da soli e in collaborazione con Alessandria, ad esempio in occasione degli eventi al Moccagatta oppure ai centri vaccinali, alla Valfrè e anche qui a Valenza».
Sarebbe decisamente già molto, ma non finisce qui: «Ci sono le attività di Protezione Civile, cinque di noi fanno parte del Noie (Nuclei Operativi Integrati per l’Emergenza nda) e vengono coinvolti in missioni su base nazionale, penso al volontario Vittorio Camera che negli scorsi mesi ha compiuto diversi viaggi per aiutare la popolazione ucraina. Un’altra cosa ancora ancora sono le vacanze volontariato, Livio Cusinato è in partenza per San Vincenzo, dove presterà servizio ad agosto».
Insomma, una realtà decisamente complessa: «Abbiamo mille sfaccettature, mi piacerebbe farlo capire» prosegue Giusy. Una delle più inaspettate è stata alcuni giorni fa, in occasione di San Giacomo, con un gruppo di volontari che ha allestito, utilizzando la cucina da campo, uno stand gastronomico: «Una chance per raccogliere qualche fondo certamente, ma anche per trascorrere del tempo insieme».
I tre ‘livelli’ di attività
Il gruppo valenzano, che come detto si compone di un centinaio di volontari, è andato a crescere di numero anche ‘grazie’ alla pandemia, quando in particolare nelle prime fasi il grande impegno profuso in città era stato la migliore delle attività di promozione. Ci sono tre step per far parte della Croce Rossa. Il primo, accessibile dai 14 anni, permette di entrare come volontari: «Si può fare attività di informazione, nei gazebo, oppure ci si dedica a compiti non sanitari, molti decidono di non fare passi ulteriori».
Il successivo, per i maggiorenni, consente di occuparsi del trasporto degli infermi e il terzo di diventare soccorritori (generalmente c’è un ciclo di corsi ogni anno, tutti gratuiti). «In 25 hanno sostenuto l’esame del primo livello a luglio e a settembre proseguiranno con la formazione ma abbiamo bisogno di tutte le figure, penso al face painting, che serve per allietare i bambini e rubare loro un sorriso nei luoghi delle emergenze». Del centinaio di volontari una trentina sono giovani, cioè under 32, ma Giusy guarda al domani: «Voglio sempre più fortificare e potenziare il loro numero, magari organizzando anche un corso da clown».
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