Deambrogio: “La Giunta regionale attacca i diritti esigibili di cura”
Il duro intervento del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
TORINO – Torna all’attacco di Alberto Cirio e di tutta la giunta regionale il casalese Alberto Deambrogio, segretario piemontese-valdostano del Partito della Rifondazione Comunista: “Lo scorso 28 giugno la Giunta regionale del Piemonte ha varato una Delibera, la 1-5265, con cui di fatto si istituiscono delle cure a tempo per i malati cronici e non autosufficienti, lasciati senza presa in carico da parte delle ASL.
Ci risiamo. Cirio, Icardi e la Giunta regionale non perdono occasione per attaccare i diritti esigibili di cura. Solo qualche settimana fa avevano prospettato un ritorno all’800 con una raccolta beneficiaria a favore delle Rsa, oggi senza pudore alcuno entrano a piedi giunti sulla condizione dei pazienti e delle loro famiglie. Con la Delibera 1-5265 prevedono infatti l’interruzione del diritto alle cure sanitarie e socio sanitarie dei malati cronici, anziani e non autosufficienti, che non siano in grado di tornare al domicilio ed essere adeguatamente assistiti dopo un ricovero post acuzie. Insomma: dopo i primi 60 giorni in struttura si passa brutalmente a una valutazione economica tramite Isee e alla retta (circa 3000 euro al mese) a totale carico del malato e della famiglia”.
Continua Deambrogio: “Siamo di fatto di fronte ad una sorta di tutela sanitaria a tempo, che tra l’altro è in pieno contrasto con la normativa nazionale vigente. Forse Cirio e Icardi hanno pensato che il periodo estivo facesse passare il provvedimento senza troppo clamore, ma è del tutto evidente che le fatiche e le sofferenze di persone e famiglie piemontesi non conoscono periodi di ferie. La DgR 1-5265 va subito tolta di mezzo e va ripristinata la pienezza del diritto, che in ogni caso, come giustamente ricordano Csa e Fondazione di Promozione Sociale, può essere esercitato anche da singoli cittadini”.
“Quel che serve in realtà – conclude Deambrogio – è l’assunzione politica e vertenziale collettiva di questo tipo di problemi. Il governo Draghi ha fallito totalmente, dopo aver messo in piedi tavoli e commissioni che non ha nemmeno ascoltato, la riforma di questo settore. Quel che sta succedendo in Piemonte dice una volta di più che la misura è colma e che le responsabilità politiche vanno sfidate direttamente anche in questa inguardabile campagna elettorale appena iniziata”.