Conigli, si impennano i costi di produzione
Nessun riconoscimento agli allevatori. Restano elevati i prezzi al banco per i consumatori
TORINO – Nei primi quindici giorni di luglio, alla Cun di Verona, ha raggiunto il minimo di 1,61€ mentre sono alle stelle i costi di produzione con i rincari di energia, materie prime e mangimi arrivati al +90%.
È quanto denuncia Coldiretti Piemonte rispetto alla situazione che sta vivendo il comparto cunicolo piemontese.
«I prezzi restano alti solo al banco per i consumatori – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – mentre gli allevatori sono costretti a lavorare sotto i costi di produzione visti gli aumenti esponenziali delle materie prime. È evidente che ci siano delle speculazioni in atto lungo la filiera: siamo pronti ad applicare il decreto sulle pratiche commerciali sleali».
La cunicoltura in Piemonte conta numeri rilevanti essendo, dopo il Veneto, la regione più importante a livello nazionale con oltre 200 allevamenti e circa 1 milione di capi, concentrati in particolare nelle province di Cuneo, Torino e del nord Piemonte.
«Alcuni segnali positivi stanno arrivando dai dati del consumo di carne che, certamente va incentivato, anche attraverso promozioni nei giusti periodi. Quella di coniglio, poi, è estremamente magra, poco calorica e ricca di proteine e fa parte della tradizione piemontese a tavola – concludono Moncalvo e Rivarossa – Portiamo avanti la battaglia affinché diventi obbligatoria l’etichettatura d’origine per la carne di coniglio: questo consentirebbe ai consumatori di scegliere consapevolmente quella made in Piemonte e sarebbe uno strumento ulteriore di valorizzazione dei nostri allevamenti».