Cit, oggi la vendita delle quote ai romani di Trotta Bus
A Novi Ligure prosegue però lo scontro sull'azienda di trasporto locale. Cabella: «Società salvata dal pantano». Tedeschi: «Solo il primo…
Le mosse dell'azienda romana, pronta a subentrare anche al Cit di Novi
OVADA – Ciò che si sta completando a Novi Ligure con il Cit si è già concretizzato a Ovada con Saamo. L’acquisizione dell’azienda di trasporto un tempo diretta emanazione dei comuni dell’Ovadese è stata ufficializzata nella seconda metà del 2021 dopo che a marzo il blitz di Autostradale, poi bloccato, aveva fatto propendere per un altro esito per la gara indetta per la cessione del ramo d’azienda del trasporto pubblico.
L’azienda romana rilevò in quel periodo (con un’offerta da 206 mila euro) un’azienda fortemente piagata dalle perdite degli esercizi più recenti e per la quale l’ultimo piano di ristrutturazione economica e finanziaria varato dagli enti proprietari fu di fatto stoppato dalla Corte dei Conti. Dal momento del passaggio di testimone non sono state registrate modifiche particolari rispetto alle tratte.
«Il servizio (nei prossimi giorni entrerà in vigore il “Piano Estivo”) è rimasto quello fornito con la vecchia dirigenza – chiarisce Paolo Lantero, sindaco di Ovada che ha detenuto il 36.5% delle quote dell’azienda pubblica -. Ma d’altronde non potrebbe essere che così. A indicare linee guida e modalità del servizio è Scat (il consorzio che sovraintende alla galassia del trasporto su gomma nell’Alessandrino, ndr). In quella sede andranno discusse, e nel caso deliberate, eventuali migliorie». Sullo sfondo le possibili strategie di un’azienda che per la nostra realtà rappresenta un autentico colosso con una posizione di predominanza nel Lazio e diverse presenze significative in alcune regioni del Meridione.
Cit, oggi la vendita delle quote ai romani di Trotta Bus
A Novi Ligure prosegue però lo scontro sull'azienda di trasporto locale. Cabella: «Società salvata dal pantano». Tedeschi: «Solo il primo…
«La mossa di Trotta Bus – spiegò Giampiero Sciutto all’epoca dell’offerta amministratore unico dell’azienda ovadese – chiarisce che sebbene Saamo non possa più esistere nella forma in cui l’abbiamo conosciuta, c’è ancora un valore economico e finanziario da preservare e che viene ritenuto appetibile».
Negli anni le perdite di esercizio hanno eroso il tesoretto a disposizione dell’azienda e generato dalla cessione del ramo legato alla raccolta rifiuti, concretizzatosi in Econet. Secondo un calcolo effettuato tramite i bilanci presentati dall’azienda stessa, ufficializzati poi dal Comune di Ovada all’epoca del varo del prospetto di ripiano delle perdite il rosso registrato tra il 2012 e il 2019 ammonta a oltre 921 mila euro. Questo nonostante i tentativi messi in atto per limitare la spesa corrente e la decisione di spostare la sede operativa nell’area di via Rocca Grimalda per poter affittare a Econet il capannone di proprietà alla Rebba.
Sul fronte ovadese parte degli autisti è stata avvicendata. A tutelare la forza lavoro nel suo complesso è intervenuta anche la firma dell’accordo con i sindacati che all’epoca costituì parte integrante del bando per la cessione del ramo d’azienda.
Saamo, il 2022 sarà l'anno della liquidazione
Dopo la cessione del ramo d'azienda e del capannone della Rebba
Negli ultimi mesi nel frattempo è andata avanti la liquidazione definitiva della società. L’ultimo passo sarà la cessione del 47% delle quote di Econet detenute dalla stessa Saamo ai Comuni. Dopodiché sarà chiusa ufficialmente un’epoca durata quasi quarant’anni.