Siccità, il racconto dalla riva dei fiumi
BASSIGNANA - Con Giorgio Melchioni dell'associazione di Protezione civile 'Due fiumi' di Alessandria siamo andati a Bassignana, alla confluenza tra…
La relazione di Egato6 al tavolo per l'emergenza della Regione Piemonte
Emergenza idrica: non solo interventi di massima urgenza dettati dall’impellenza del momento per fronteggiare il problema nell’immediato ma anche, e soprattutto, interventi strutturati sul medio e lungo periodo per mettere in sicurezza, e in efficienza, un intero sistema.
Per l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del Tavolo per l’emergenza idrica, infatti, l’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare principalmente attraverso due strategie: la riduzione delle perdite idriche, che rappresentano ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e la maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Siccità, il racconto dalla riva dei fiumi
BASSIGNANA - Con Giorgio Melchioni dell'associazione di Protezione civile 'Due fiumi' di Alessandria siamo andati a Bassignana, alla confluenza tra…
E quello che viene messo in campo per i prossimi quattro anni è un vero e proprio “Piano Marshall per l’acqua”, relativamente al settore idropotabile.
Il Presidente della Regione Piemonte, nominato nei giorni scorsi commissario straordinario per la gestione dell’emergenza idrica, ha sottolineato che questo piano nasce da una attività che è stata avviata a livello regionale già da tempo. La situazione che stiamo vivendo è la dimostrazione che temi come quello della siccità vanno trattati con prospettiva per tempo, non solo quando si genera l’emergenza. Ed è questo il modo in cui si intende lavorare in Piemonte.
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BASSIGNANA - Col drone dell'associazione di Protezione civile 'Due fiumi' di Alessandria, abbiamo perlustrato la zona della confluenza tra Po…
Per contrastare la dispersione idrica, infatti, ciascuno dei 6 Ato piemontesi (Ambiti territoriali ottimali, territori su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, come quello idrico) ha messo a punto strategie, programmi e interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche (tra questi, ad esempio investimenti per la distrettualizzazione delle reti, per la digitalizzazione e, più in generale per il rifacimento di alcuni tratti della rete acquedottistica) che globalmente cubano per più di 486 milioni di euro. Interventi, ha puntualizzato l’assessore, che andando al di là dell’emergenza, sono spalmati da qui al 2026, ovvero per i prossimi 4 anni.
Per quanto riguarda la dispersione idrica ci sono situazioni diversificate, che comunque complessivamente vedono i vari Ato compresi nella classe “discreta”, una classe ottima e due insufficienti; la media regionale si attesta su una percentuale di circa il 33%, una delle migliori aree territoriali a livello nazionale, sottolinea l’assessore, mentre per il nord ovest si attesta sul 31%.
L’Egato6, che riguarda l’Alessandrino, ha esposto una propria analisi in merito alla siccità sui nostri territori: “Relativamente alla situazione attuale evidenziamo che noi ormai siamo in piena crisi idrica. Come provincia, insieme agli enti gestori, stiamo lavorando integrando la disponibilità di risorsa idrica con autocisterne per garantire in diverse zone l’approvvigionamento idrico. Circa 80 Comuni del nostro Ato hanno emesso l’ordinanza di limitazione dell’utilizzo dell’acqua potabile agli usi strettamente necessari restrizioni sull’utilizzo dell’acqua potabile ai residenti. Per la gestione dell’emergenza è stato costituito un tavolo tecnico che si riunisce settimanalmente con la partecipazione di tutti gli Enti coinvolti dalla crisi per coordinare gli interventi da mettere in atto”.
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E il futuro? “Relativamente agli interventi messi in campo per ridurre il fenomeno delle perdite e a messa in sicurezza del sistema di approvvigionamento, si ricorda che a seguito della grave siccità del 2017 che aveva già messo in crisi il territorio alessandrino, l’Egato6 d’intesa con i gestori aveva predisposto un piano di interventi per l’interconnessione dei centri zona che si dovrebbe approvvigionare dalle due falde profonde più importanti presenti. Il piano complessivo prevedeva interventi per circa 70 milioni di euro. Sono state definite le zone di riserva come previsto dal Pta (le prime a livello piemontese) e sono stati realizzati alcuni interventi grazie ai quali ad oggi si è riusciti a gestire la crisi senza alcuna interruzione del servizio”.
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Non solo: “L’altra importante misura di intervento è rivolta invece più direttamente a contrastare l’alto valore di perdite misurato come Egato abbiamo candidato al bando del Pnrr due progetti per un totale di 35 milioni di euro che coinvolgono 40 comuni che hanno le problematiche più serie e urgenti, con l’obiettivo di una riduzione del 36% delle perdite. Gli interventi previsti dalle due proposte permetteranno una gestione moderna della rete che sarà facilmente poi implementabile su tutto il territorio gestito”.