La Rete è un tappeto volante
Chi ama leggere sa che la carta del libro è un tappeto volante da cui farsi trasportare in tempi, luoghi e soprattutto vite che ampliano infinitamente la nostra esperienza e la arricchiscono. E, con tutte le difficoltà del caso, si può dire che anche la Rete sia un tappeto volante che ciascuno di noi può dirigere verso quelle terre che trova più interessante esplorare. Da anni si discute se la tecnologia sia buona o cattiva: quel che è certo è che non è neutrale, perché cambia continuamente le regole del gioco e l’unica alternativa al ritirarsi a vita privata è adeguarsi al nuovo tempo e provare a renderlo utile e piacevole ai nostri interessi.
La nostra provincia è ricca di associazioni di volontariato, pro loco e cooperative che riempiono di storie ed iniziative i Gruppi Facebook delle città e dei paesi. Le persone che ne sono gli animatori potrebbe storcere il naso nell’osservare quanto siano attivi online i grandi soggetti che appartengono al Terzo Settore: negli ultimi tre mesi, i primi dieci operatori hanno speso in Italia un totale di 990 mila euro in pubblicità su Facebook ed Instagram e tali investimenti sono stati pianificati ricorrendo a ben 2.385 annunci diversi.
Se tali valori restituiscono la consapevolezza che si tratta di organizzazioni strutturate e molto organizzate, per tutti coloro che vogliono servirsi della Rete per la propria associazione le opportunità sono molte: mantenere una relazione online per consolidare la fiducia degli iscritti, favorire il passaparola per fare leva sulla credibilità degli attivisti, sollecitare i donatori grazie a messaggi rilevanti ed efficaci e infine valorizzare il contributo dei collaboratori e dei volontari. Ciò che però non deve mancare, soprattutto se il volontariato è fatto sul territorio. è solo una cosa: saper farci scendere dai nostri tappeti volanti e farci rimboccare le maniche insieme a voi.
Di certo chiunque operi nel Terzo Settore è consapevole del valore del digitale e dell’importanza di affrontarlo, sia come strumento di organizzazione interna di collaboratori e attivisti che come canale di comunicazione e raccolta fondi, con una strategia appropriata e con competenze e risorse adeguate.
In particolare, se si intende sostenere un investimento in attività pubblicitarie online occorre:
- scegliere se si vuole sponsorizzare un post dandogli maggior visibilità o perseguire un obiettivo più concreto come l’iscrizione a un evento, la raccolta di un contatto o di una donazione perchè diverso è il tipo di campagna pubblicitaria che andrà creata;
- adeguare il messaggio creativo al tipo di utenti a cui ci si rivolge, differenziando il messaggio soprattutto fra coloro che già seguono i profili social dell’organizzazione e ne ricevono gli aggiornamenti e coloro non lo fanno: ai primi si può rivolgere un messaggio diretto, ai secondi è opportuno indirizzare una comunicazione generica;
- preoccuparsi che la pagina di atterraggio della pubblicità sia veloce a caricarsi, sia efficace e se ne possa monitorare il rendimento;
- valutare la pubblicità su Google, anche grazie ai 10 mila euro di budget mensili disponibili che, grazie ai Google Grants, il motore di ricerca mette a disposizione delle organizzazioni no-profit riconosciute.
- valutare l’investimento pubblicitario in particolare per quelle iniziative, di crowdfunding o di attivazione per una causa, che sappiano essere capaci di intercettare una motivazione puntuale e attuale;
- testare la pubblicità, limitandola inizialmente ai follower, anche per innescare il passaparola, ad esempio per la raccolta di fondi grazie all’invio di e-card o alla adesione ad una campagna social costituita attorno a un hashtag chiaro e incisivo.
Se la tecnologia, soprattutto nel Terzo Settore, non deve mai sostituire nella comunicazione la dimensione umana – semmai valorizzarla – anche le realtà con minori risorse possono dunque avere la possibilità di essere presenti in Rete e farlo con successo.