Sul Centro Nuoto è scontro social tra Riboldi e Comitato PalaFerraris
Il sindaco di Casale risponde a un post dell'omonima pagina Facebook
CASALE – Nelle ultime settimane a tenere sulle spine la comunità e la politica casalese è la difficile situazione del Centro Nuoto Casale (in gestione a Casale Sport and Service fino al 2032), che ha visto ridurre i servizi erogati e rischierebbe – secondo alcune voci – di chiudere completamente le attività.
Nel consiglio comunale del 5 luglio il vicesindaco Emanuele Capra, in risposta a un’interrogazione di Giorgio Demezzi (Ritrovare Casale) ha mostrato i 3 scenari possibili: se il Comune riuscisse a liberare la garanzia fideiussoria la struttura rientrerebbe nella disponibilità dell’ente e si aprirebbe la gara per la nuova gestione. Se l’accordo invece non si dovesse trovare il diritto di superficie sarebbe messo all’asta. Ultima opzione, Casale Sport risolve in modo autonomo i problemi finanziari. Sullo stesso è tema è quindi nato un botta-risposta sui social tra il comitato PalaFerraris e il primo cittadino Federico Riboldi.
Lo scorso 6 luglio con un post sull’omonima pagina Facebook, il comitato – nato con l’obiettivo di convincere l’amministrazione comunale a ritirare il naming PalaEnergica che affianca l’intitolazione allo storico politico monferrino – ha attaccato la giunta Riboldi, rivendicando come «Nei mesi scorsi quando affrontammo l’incresciosa vicenda del veder affiancare il prefisso di Energica al PalaFerraris, denunciavamo la condizione precaria della gestione di alcune strutture sportive cittadine. Non c’era da parte nostra l’intento di strumentalizzare una realtà che avrebbe dovuto essere ben nota all’Amministrazione della città.
Ormai è di dominio pubblico la drammatica situazione in cui si trova la società Casale Sport and Service srl (Centro Nuoto) che si approssima alla chiusura per ragioni economiche. Non siamo stati certamente facili profeti nell’evidenziare certe lacune amministrative. Abbiamo più volte segnalato agli organi competenti un invito alla vigilanza, mai abbiamo avuto riscontro…!
Ci siamo dimostrati disponibili a dialogare. Ci fu risposto indirettamente che si voleva fare solo polemica politica. Non è una trasgressione fare politica al di fuori dei partiti, anche se la chiusura di una struttura nata per il cittadino riveste particolarmente un ambito sociale che l’amministrazione ha il dovere di risolvere! Ahinoi, purtroppo con soldi pubblici versati dai cittadini!».
La replica di Riboldi
Quindi, a una decina di giorni di distanza, è arrivata la replica di Riboldi: «Gentilissimi, mi dispiace non perdiate nuovamente occasione per gettare fumo negli occhi ai cittadini – inizia – la piscina comunale di Casale, che era sita al Ronzone, venne dismessa e privatizzata dalla giunta di centro sinistra di cui facevate parte. Venne all’epoca affidata al marchio Alcarotti; un’opera evidentemente sovradimensionata rispetto alla realtà cittadina, dal punto di vista energetico pessima (alla faccia dell’ambiente), dispersiva, priva delle dotazioni di base per un impianto moderno (un esempio su tutti l’assenza di copertura notturna delle vasche o di un impianto di cogenerazione) e gravata da una fideiussione intestata al comune di ben 860mila euro!
Quando ero Assessore allo sport nel 2009 la proprietà Alcarotti venne in comune a consegnare le chiavi e si accordò, tra privati, per il passaggio al Centro Nuoto. Da allora tantissime operazioni migliorative sono state condotte sulla struttura, purtroppo mai pienamente efficiente. I due anni di pandemia hanno aggravato ulteriormente la situazione, che stiamo monitorando con grande attenzione, incontrando il personale e cercando soluzioni che non debbano pesare sulle tasche dei cittadini».
Poi la conclusione, con tanto di stoccata: «Dal vostro racconto fantasioso si evince un’altra realtà; non so se non conosciate i fatti, grave perché eravate al governo della città, o li vogliate omettere di proposito. Sono disponibile ad un confronto pubblico sul tema, portando a disposizione di tutti gli atti amministrativi dell’epoca. Confronto che, sono purtroppo certo, declinerete anche questa volta. Un cordiale saluto».