Il Santo di oggi, 18 luglio, è Sant’Arnolfo di Metz
Oggi, 18 luglio, la Chiesa celebra anche San Bruno di Segni
I Santi di oggi, 18 luglio, sono Sant’Arnolfo di Metz e San Bruno di Segni
La vita di Sant’Arnolfo di Metz
Arnolfo nasce da una nobile famiglia, studia, sposa un’aristocratica da cui ha due figli ed entra al servizio di Teodeberto II, re dell’Austrasia. Nel 613 re Teodeberto viene ucciso da Teodorico II di Borgogna, suo fratello. L’Austrasia viene unita alla Neustria e alla Borgogna, sotto il governo di re Clotario II. Il nuovo re affida ad Arnolfo l’educazione di suo figlio Dagoberto.
Arnolfo viene nominato vescovo di Metz nel 614, conservando gli incarichi a corte. Come capo della diocesi, Arnolfo è presente ai concili nazionali di Clichy e di Reims. Ad un certo punto lascia tutto, sparisce da Metz nel 627, dopo aver strappato il consenso a Dagoberto, e va a nascondersi dove non lo conosce nessuno. Entra in un monastero fondato dall’amico Romarico, un altro che ha lasciato perdere la corte e il re. Qui Arnolfo vive i suoi anni più sereni fino alla morte.
Le sue spoglie mortali, in un primo momento sepolte a Remiremont, sono trasportate a Metz e vengono deposte nella cattedrale. Viene ricordato come uno dei vescovi migliori che Metz abbia mai avuto.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
La vita di San Bruno di Segni
San Bruno nasce a Solere d’Asti nel 1040: trascorse la fanciullezza sotto la salutare e sapiente guida di monaci Martiniani, ancor giovane, si laureò.
Durante il viaggio, si ferma a Siena ove, per disposizione di Dio, è trattenuto dal vescovo Rodolfo, che lo nomina canonico di quella cattedrale.
Inviato a Roma per impegni della diocesi, qui ha l’incarico di confutare l’eretico Berengario. La disputa si è tenuta davanti al Pontefice e il Santo confutò così sapientemente l’eretico, che Gregorio VII stesso lo nomina vescovo di Segni. I confini della sua piccola diocesi erano troppo ristretti per la sua attività; quindi noi lo vediamo vicino al grande genio di Gregorio VII nella gigantesca lotta contro l’incontinenza e specialmente contro le elezioni simoniache e la prepotenza di Enrico IV.
Bruno che si trova allora a Roma con Gregorio VII, si è messo in viaggio per ritornare alla sua diocesi, ma giuntovi fu imprigionato dal conte Adolfo di Segni. Il Signore però veglia su di lui e lo libera tre volte miracolosamente. Liberato, ritorna a Roma ma è nuovamente imprigionato col Papa nella mole Adriana: col Papa e per il Papa egli soffre, ma non si piega. Con rincrescimento di molti, Bruno, sempre bramoso di pace, solitudine ed unione con Dio, vuole ad ogni costo seguire la sua aspirazione al chiostro. Perciò lo vediamo seguire diligentemente la regola benedettina nella pietà, nello studio e nel lavoro, tanto che dopo soli cinque anni di vita monastica viene eletto abate di Montecassino, da dove passò al Signore il 18 luglio del 1123, giorno in cui la Chiesa ne celebra la festa.
San Bruno è pure un grande scrittore. Nonostante i molti incarichi, trova tempo per commentare tredici libri della Sacra Bibbia; scrive la vita di S. Leone IX e di S. Pietro vescovo di Anagni; un trattato sui Sacramenti e un altro sul santo Sacrificio della Messa. Di lui ci rimangono pure 145 omelie e 6 libri di sentenze.