‘Summer league a Las Vegas, Uber e poker’
Il dirigente della Bertram Gianmaria Vacirca racconta il dietro le quinte della kermesse del basket estivo americano
Gianmaria Vacirca è nato a Milano, ma vive tra le Marche e Isola Sant’Antonio dove ci sono le sue radici familiari. Ha un soprannome, “Guga”, che gli amici gli hanno affibbiato per la sua somiglianza con Gustavo “Guga” Kuerten, talentuoso tennista brasiliano degli Anni 90. Ha iniziato come cronista di basket per passare all’attività di dirigente nella pallacanestro, specializzandosi nello scouting. Grande appassionato di enogastronomia ha un blog dal titolo “Basket Kitchen”. In queste settimane ha seguito per la Bertram – società di cui è capo scouting – la Summer league di Las Vegas con l’obiettivo di scovare talenti e accreditare il club presso le maggiori agenzie sportive americane. Gli abbiamo chiesto raccontarci “dall’interno” questa esperienza. Il testo che segue, acuto e ricco di spunti, è per i nostri lettori. E non solo, come sempre accade con Gianmaria, per gli appassionati di Basket.
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LAS VEGAS – Marco De Benedetto, brillante manager del basket Brescia, piemontese di Pinerolo, si siede sul sedile davanti del primo Uber quotidiano (non ce ne vogliano i tassisti italiani) e attacca bottone con Torin. Uomo bianco in pensione, slang strascicato, texano da 37 anni a Las Vegas: è lui a raccontarci questo pezzo d’America in mezzo al deserto.
E’ arrivato che una stanza costava 6 dollari e una suite nel weekend appena 25, ha fatto l’autotrasportatore tutta la vita, una mossa intelligente del suo capo gli ha regalato soldi e una pensione dignitosa. La occupa guidando circa 6 ore al giorno per una dozzina di corse, ma ci sono fine settimana da 36 ore alla guida vista l’alta richiesta.
Ci spiega che prima della pandemia Uber si tratteneva il 40%, ora la percentuale è salita al 60% ma le tasse sono praticamente nulle e va bene così. Poi ci sono le altre 18 ore, e qui entra in scena il Texas holdem e la sua vita da professionista del poker che quando va bene cuba 25 mila dollari. Torin ci racconta che la città sta provando a ripartire dopo la bolla immobiliare che ha lasciato per strada migliaia di homeless cui ha fatto seguito il Covid: si chiede se le carte di credito che si asciugano nei weekend siano feticci di plastica o contengano davvero qualcosa. Ipotizza che Vegas sia vicino all’80% di quello che era un paio d’anni fa.
I costi e le storie di una kermesse che tutto il mondo segue in una città che tenta di risollevarsi dopo la bolla immobiliare e la pandemia
Un biglietto per una giornata di gare della Summer League costa 56 dollari, ne servono altrettanti per tornare a casa con un cadeau, mangiare e bere, altri 40 per andare e tornare dalla strip. Fate voi i conti. Il pass scout è costato ai Clubs e ai professionisti 400 dollari per tutta la durata della manifestazione, realisticamente non dà diritto a nulla di esclusivo se non un paio di file per sedersi e un paio di punti di appoggio per prendere appunti.
Vale per il campo centrale e per il campo secondario, dove c’è grandissima affluenza di pubblico e di interesse per i giocatori scelti al Draft. Durante una serata in un ristorante cinese uno scout americano che ha visto tutte le Summer League di Vegas dalla prima edizione ipotizzava l’utilità di un paio di partite al giorno da destinare agli addetti ai lavori sul campo secondario del Cox Pavilion, dove effettivamente si vede “meglio”. But… business is business e dalle 13 alle 22 trovate tribune piene e corridoi affollati di appassionati e turisti.
Dalle partite si va e si viene cambiando campo a seconda dei giocatori di interesse con l’obbiettivo di provare a vedere tutte le squadre almeno una volta.
Ma non ci sono solo quelle. Le agenzie organizzano degli showcases mattutini nelle palestre della città, anche agli orari più assurdi, tipo le 06.30 del mattino, poi ci sono i meetings in hotel, le colazioni, i pranzi e le cene di lavoro che rappresentano un vero e proprio investimento.
Sabato sera riparto per l’Italia, sempre via Monaco di Baviera, come all’andata: uno scalo non casuale (da Monaco arriva Leon Radosevic, l’ultimo acquisto della Bertram, ndr).
Saluti da Vegas!