Voltaggio, marittimi in quarantena all’ex ricovero Sant’Agostino
I 17 dipendenti di una compagnia di navigazione sono ospitati nella struttura in attesa di negativizzarsi. Stanno tutti bene
VOLTAGGIO — Una ventina di marittimi positivi al coronavirus stanno trascorrendo la quarantena all’ex ricovero Sant’Agostino di Voltaggio, una struttura di proprietà della Fondazione Galliera. A darne notizia è stato il sindaco Giuseppe Benasso, che a sua volta era stato informato dell’arrivo, sabato mattina, di un paio di pulmini provenienti da Genova, con a bordo giovani marittimi che indossavano mascherine ffp2.
Si tratta di 17 dipendenti di una compagnia di navigazione, portati a Voltaggio, in alta val Lemme, per negativizzarsi dal Covid. «Già due anni fa, al tempo delle prime ondate, la società che gestisce la struttura per anziani aveva chiesto di ospitare malati di coronavirus, ma alla cosa non era stato dato seguito», spiega Benasso.
Del caso il sindaco ha interessato anche la Questura di Alessandria. «Dal 9 luglio, una compagnia di navigazione ha preso in affitto la struttura privata del Sant’Agostino, dove alloggeranno 17 membri dell’equipaggio di bordo risultati positivi al Covid per seguire il prescritto periodo di quarantena. I controlli saranno eseguiti dai carabinieri», ha fatto sapere la Questura.
«A causa del coronavirus la nostra struttura, inaugurata nel luglio 2021, non ha mai ospitato anziani», spiega il referente Giancarlo Tarabotto – Non c’è quindi alcuna possibilità di contagio: i marittimi sono stati collocati in stanze singole, non possono uscire e non possono accedere alle parti comuni (se non a un cortile interno per prendere una boccata d’aria) e ricevono pasti preconfezionati dall’esterno. Peraltro sono tutti giovani e sostanzialmente asintomatici».
Nessun problema di carattere sanitario, dunque. «Colpa nostra non aver avvertito per tempo le autorità comunali. Quando ci è stata chiesta la disponibilità della Casa Sant’Agostino ci siamo attivati per garantire l’ospitalità dei marittimi e sul momento abbiamo tralasciato di fare una doverosa comunicazione al sindaco».