Anno 1982, Alessandria è Mundial
La voglia di futuro (anche) di una città esaltata dai campioni di Spagna
Il viaggio, lo scambio di biglietti, la partita con la Polonia di 40 anni fa....
ALESSANDRIA – Sul ‘Piccolo’ di oggi, Tony Colombo, il calciatore col maggior numero di presenze nell’Alessandria Calcio, racconta il “suo” Mondiale di quarant’anni fa, con gli Azzurri campioni.
Sono stati momenti indimenticabili quelli di luglio 1982. Che ci racconta, qui, l’alessandrino Alessandro “Duccio” Armano, che aggiunge ricordi “baletiani”, scrivendo:
5 luglio 82, ore 20.30: suona il campanello di casa e si presenta Fabio Sacco che euforico (come tutti) per la vittoria da poco avuta con il Brasile mi dice che potrebbe avere i biglietti per la prossima partita dell’Italia di semifinale e che potremmo organizzarci per vederla.
Anno 1982, Alessandria è Mundial
La voglia di futuro (anche) di una città esaltata dai campioni di Spagna
6 luglio 82, ore 13: Fabio mi fa sapere che ha già prenotato presso un’agenzia di Barcellona 4 biglietti per la semifinale. La sera, nel bar che frequentiamo per incontri di calcio balilla, parlando del nostro progetto si aggregano anche Gianpiero Bruno e Claudio Balza.
7 luglio 82, ore 18: dal bar parte una Citroen CX di Fabio Sacco con a bordo Duccio Armano, Gianpiero Bruno e Claudio Balza con destinazione Barcellona.
ore 23: sosta area portuale Marsiglia per cena. Ripartenza.
8 luglio 82, ore 6.30: sosta in un’area di servizio alle porte di Barcellona per un meritato sonnellino. Ore 9: si riparte per l’agenzia dove ritirare i biglietti. Qualche ora di relax in spiaggia con bagno e pisolino e poi verso le 13 recarsi per il pranzo presso il ristorante “Los Caracoles” dove avevamo prenotato. Nella saletta del primo piano troviamo già seduti ad un tavolo vicino al nostro i 4 “baletiani”. Riconosciuti e salutati pranziamo insieme scambiandoci eventuali pronostici senza dimenticare il classico rito scaramantico del “toccarsi” nelle parti basse. Fine pranzo e poi partenza per lo stadio.
Arrivati, ci separiamo per problemi di porte d’ingresso diverse e nella bolgia incrociamo un gruppo di brasiliani che vendevano a prezzi stracciati i loro biglietti di tribuna. Ovviamente da veri commercianti “mandrogni”, in qualche secondo prendiamo i loro biglietti e vendiamo i nostri a dei toscani che non avevano nessun tipo di biglietto. Arrivati nel nostro settore ci troviamo circondati e sommersi dai brasiliani che ovviamente, per la partita persa, si erano schierati a favore della nostra Italia. Tre file dietro di noi, causa la squalifica per la seconda ammonizione nella partita contro l’Unione Sovietica, ad assistere all’incontro, c’è il grande Zbigniew Boniek.
Il massimo dell’emozioni le proviamo quando al minuto 22 e al 73 con le reti del grande Paolo Rossi per alcuni minuti siamo presi di peso e lanciati in alto dai brasiliani che ci circondavano. Ovviamente al termine della partita, partecipiamo ai festeggiamenti e caroselli automobilistici per le strade di Barcellona dove ai semafori veniamo assaliti dagli spagnoli che ci chiedevano per ricordo una qualsiasi cosa (fazzoletti, polsini, cappelli, magliette…) che avessero i colori italiani.
Alle 20.30 lasciamo alle nostre spalle la bellissima Barcellona per iniziare il viaggio di ritorno.
Alle 23, in un autogrill francese ci fermiamo per cenare e nel frattempo vedere chi avremmo dovuto incontrare in finale, ma con la certezza che, valutati i comportamenti dei giocatori avuti durante la partita con la Polonia (tranquillità, calma e concentrazione), qualsiasi squadra ci fosse capitata, non sarebbe riuscita a batterci.
11 luglio 82, ore 19.30: a casa di Fabio si ritrovano Duccio, Gianpiero e Claudio che davanti a agnolotti di stufato, rabaton e Barbera iniziano i festeggiamenti per l’incontro che tutto il mondo sa com’è finito.