È cominciata l'era Abonante. Barosini è presidente del Consiglio (tra le proteste)
Otto assessori, Giovanni Barosini (che di fatto è all’opposizione) promosso presidente del Consiglio. Alle 21.20 di lunedì inizia l’era di…
I consiglieri di Carroccio e Forza Italia escono dall'aula al momento del voto. Il sindaco traccia il cammino della Giunta
Sono le 21.32 di lunedì 11 luglio quando il nuovo sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, giura di fronte al primo Consiglio comunale della sua era: un Consiglio che ha visto Lega e Forza Italia (ma non Fratelli d’Italia) uscire dall’aula al momento della votazione del presidente indicato da Lodovico Como della lista civica Abonante per Alessandria a nome dell’intera maggioranza, ovvero Giovanni Barosini. Contestato (con tanto di scritte “Barosini vergogna”) anche da alcuni supporter del Carroccio presenti nel loggione.
È cominciata l'era Abonante. Barosini è presidente del Consiglio (tra le proteste)
Otto assessori, Giovanni Barosini (che di fatto è all’opposizione) promosso presidente del Consiglio. Alle 21.20 di lunedì inizia l’era di…
“E’ un onore e un privilegio – le sue prime parole – E vorrei ricordare persone come Pierangelo Giacobone e Antonio Martano, ma anche Alessandro Migali che se fosse qui a vedere cosa sta succedendo sarebbe sicuramente felice”.
Il primo cittadino annuncia poi primi passi della sua Giunta: “Va risolto il problema Bilancio con interventi strutturali, in modo da liberare spazi per la spesa corrente. Promuoveremo un principio di continuità con la passata amministrazione, in particolare sul secondo ponte Bormida, sulla messa in sicurezza del rio Lovassina e su altri progetti, come ad esempio il nuovo Museo civico all’ex ospedale militare; punteremo invece su un nuovo sistema di mobilità e ci opporremo allo svuotamento di Palazzo Borsalino, mentre concorderemo con Regione e Asl più opzioni per il nuovo ospedale”.
Non solo: “Sul Teatro comunale – spiega Abonante – coinvolgeremo subito i potenziali gestori e fruitori”, per poi annunciare ufficialmente che “non ci costituiremo contro il ricorso presentato dai cittadini su Pam Logistica e andremo presto a verificare dove e come costruire il tribunale”.
E la Smart City? “Occorre verificare gli elementi progettuali della proposta sul campo: alcuni senza costi eccessivi si potranno mantenere, altri…”.
Il sindaco, ad ogni modo, non nasconde che “il successo di questa consiliatura passa dalla capacità di coinvolgere i portatori di interesse pubblici e privati e la cittadinanza, se avremo la forza di attivare quelle risorse che ogni comunità sa offrire. E una Alessandria coesa saprà affrontare al meglio le sfide che la attendono”.
Ad aprire l’assemblea era stata Rita Rossa, la consigliera di più lungo corso e pure la più votata (e più volte impegnata a riportare il silenzio in aula, causa il loggione): “I cittadini chiedono comportamenti sobri e risposte concrete – la sua introduzione – E l’augurio a questo Consiglio è di svolgere appieno le sue funzioni e che ci siano più cose a unirci che a dividerci, pur pensando che le differenze arricchiscono il dialogo. Ma la collaborazione deve esserci senza distinzioni di parte perché le conseguenze si riflettono sulla città”.
Dalla minoranza, è Mattia Roggero per la Lega ad augurare “buon lavoro al sindaco” e con un pizzico di ironia “al presidente Barosini: oggi finalmente si vede l’accordo di cui si è tanto parlato e guardo al M5S, che tante volte ha chiesto le dimissioni dell’allora assessore della nostra Giunta. Partiamo male e non parteciperemo al voto, abbandonando l’aula”.
Cosa che non fa Fratelli d’Italia, ma l’ex presidente dell’assemblea Emanuele Locci evidenzia che “sia noi che Forza Italia abbiamo ottenuto più voti di Barosini, quindi la motivazione di rappresentare le sue preferenze non regge. Sarebbe stato meglio dire perché aderisce alla maggioranza…”.
Proprio Barosini, che avrà come vice Irene Molina (Pd, indicata dalla minoranza) e Maurizio Sciaudone (FdI, minoranza) e dopo aver indossato la fascia biancorossa, prende la parola per ringraziare “non solo chi mi ha votato, ma tutti. Perché questa è la democrazia, anche se bisognerebbe tenere i toni un po’ più bassi. Chi mi ha preceduto ha svolto un ottimo lavoro, cercherò di emularli e ce la metterò tutta. Confesso di essere molto emozionato”.
Sipario: ora, per davvero, si inizia a lavorare.