Casalbagliano, lunedì l’addio a Simone
Domenica sera il rosario. Il dolore di amici e parenti
Sveva Faldella ricorda Simone Breggion, l'amico di mille serate: «Tu generoso e di cuore, noi, invece, non abbiamo saputo aiutarti»
Tra i tanti amici che Simone Breggion aveva c’era anche Sveva Faldella, collaboratrice della nostra testata, che lo ricorda con il testo che pubblichiamo qui di seguito.
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Se è vero che gli Amici si contano sulle dita di una mano, tu di persone invece ne conoscevi tante, tantissime. Chiunque sia passato dal tuo studio, era poi diventato il compagno di un aperitivo a fine giornata o sarebbe tornato a scambiare due chiacchiere con te con il pretesto di una medicazione.
Non si contano i messaggi, i ricordi delle persone che hanno avuto la fortuna non dico di conoscerti, ma almeno di passare con te un po’ di tempo. La nostra parentesi è durata circa tre anni, ogni weekend sempre insieme. Per arrotondare, nel fine settimana, lavoravo nei locali. Ogni sera, nel freddo e nella nebbia d’inverno, tra il caldo e le zanzare d’estate, eravamo sempre insieme. Ti passavo a prendere e mi facevi compagnia mentre preparavo la linea del bar. Poi tu facevi la tua serata e io lavoravo. A notte fonda poi mi aspettavi per riaccompagnarmi alla macchina e nel tragitto verso casa mi raccontavi le “tarantelle” che avevi combinato.
Casalbagliano, lunedì l’addio a Simone
Domenica sera il rosario. Il dolore di amici e parenti
Sì perché eri una fucina di aneddoti avventurosi, a tratti inverosimili, modi di dire che magari non andavano proprio a braccetto con l’italiano accademico, ma quanto rendevano l’idea e quanto facevano ridere! Quando finalmente ho trovato casa e lavoro a Milano, hai voluto vedere come mi fossi sistemata e passare una serata a ballare come piaceva a te. Con il trasloco e la pandemia, inevitabilmente ci siamo persi di vista ma quanto mi tenevi compagnia con le tue dirette “live dalla swimming pool” con le playlist che spaziavano dalla techno ai successi neomelodici.
Eri una persona di cuore, generosa, buona e solare, eri l’anima della serata nel vero senso della parola. Quando arrivavi in un posto non ti si poteva non notare e allo stesso modo quando hai deciso di andartene hai richiamato l’attenzione di tutti. Quando ti sei tatuato “667” dicevi che era perché ne sapevi una più del diavolo.
Noi invece non abbiamo saputo aiutarti. Nessuno saprà mai cosa ti abbia spinto a scegliere di non continuare più ad essere il Simone che tutti amavano, ma che forse non conoscevano davvero fino un fondo. Forse anche tu hai preferito “bruciare in fretta invece di spegnerti lentamente”.
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Conserviamo tutti nel cuore il ricordo dei tuoi sorrisi sberluccicanti con il dente d’oro e un tuo lavoro sulla nostra pelle. Non so se questo mio ricordo rispecchi quello che tu eri veramente, ma la nostra parentesi si è chiusa così, in quella odiata giornata di giovedì. Forse non lo hai percepito, ma in tanti ti hanno voluto bene, compresa me. Ciao Simo.