Anno 1982, Alessandria è Mundial
La voglia di futuro (anche) di una città esaltata dai campioni di Spagna
ALESSANDRIA – Era l’Italia che usciva dagli anni di piombo e che ha trovato in Paolo Rossi l’eroe che l’ha proiettata nel futuro. Quarant’anni fa, i Mondiali di Spagna. Chi li ha vissuti sa che sono stati epocali. Gli altri, i più giovani, l’avranno sentito dire.
Tanta fama è dovuta all’attesa della rivincita di un paese bistrattato. Non piaceva il ruolo del brutto anatroccolo. Ecco perché l’urlo di Tardelli è diventato iconico e l’esultanza di Pertini ce la portiamo nel cuore.
L’Alessandria d’allora era quella che cominciava a fare i conti col calo demografico (addio “quota centomila”), ma che aveva una vita effervescente. Pensiamo a Baleta, ad esempio, o alla nascita di Radio West che portò l’America in riva a Tanaro.
La promessa
Questo abbiamo cominciato a raccontare sul ‘Piccolo’ di martedì (venerdì un’altra puntata), parlando (tra gli altri) con Ferruccio Ramella che, con altri tre, andò in Spagna a vedere la semifinale dei Mondiali ma rincasò per la finalissima, perché avevano promesso di vederla in televisione con quelli di Baleta rimasti ad Alessandria.
Facciamo un salto all’indietro, cercando di rievocare il bello di allora. Ma accorgendoci, anzitutto, che la bellezza era certamente dovuta all’età…