L’occhio di Cazzola riporta “alla luce” luoghi sacri nascosti
La mostra ?Quo Vadis?? a Palazzo Vescovile fino al 18 settembre
ACQUI TERME – «Il lavoro di ricerca di Maurizio Cazzola contribuirà a togliere quello strato di “ruggine” che ha ricoperto nel corso degli anni opere di grande valore artistico e culturale che non eravamo più abituati ad apprezzare. Questa mostra è un aiuto per riscoprirle, e per farci rendere conto che intorno a noi esistono piccole ma autentiche meraviglie»: con queste parole don Paolo Parodi, Vicario Generale e Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Acqui, descrive il progetto ‘Quo Vadis?’ del fotografo Manuel Cazzola, «svolto con la pazienza di certosino e l’abilità di un cacciatore».
Nell’arco di tre anni Cazzola ha perlustrato le campagne di Langhe e Monferrato per riscoprire la bellezza degli edifici e dei luoghi sacri dimenticati nel tempo ma incastonati tra paesaggi e scorci di assoluta suggestione. Una cinquantina di fotografie che rimarranno esposte al pubblico dal 9 luglio al 18 settembre nel Palazzo Vescovile ad Acqui Terme.
Tra Langhe e Monferrato
«Il progetto ‘Quo Vadis?’ – racconta Manuel Cazzola – ha preso origine da un approccio iniziale incentrato più che altro sul paesaggio, per poi trasformarsi in una vera e propria riscoperta dei luoghi sacri che ci circondano ma di cui a fatica cogliamo la bellezza». La mostra comprende oltre 50 scatti che saranno suddivisi ed esposti in quattro differenti sale, «al cui ingresso verrà apposta un’immagine più grande (dal formato 80×120) di un’opera in particolare, come una sorta di guida evocativa per il resto della mostra. Le altre, di dimensione diversa, saranno disposte in base ad affinità cromatiche». Molte delle Chiese “catturate” dall’obiettivo di Manuel Cazzola si trovano in vari comuni e frazioni dell’Acquese (tra questi, Acqui, Alice Bel Colle, Arzello, Cassine, Monastero Bormida, Montechiaro e Spigno Monferrato) e dell’Ovadese (Lerma e Rocca Grimalda). «Nel mio lavoro di ricerca – spiega l’autore – mi sono imbattuto in varie sorprese, come il busto di Ferdinando d’Invrea nella chiesa di Giovo Ligure, collocato in una navata laterale, quasi nascosto da un lampadario. La fattura di questa statua è un autentico gioiello: sembrava di essere al cospetto di una persona in carne ed ossa». Nella cattedrale di San Guido ad Acqui, Cazzola ha invece puntato l’obiettivo verso l’alto, «per apprezzare al meglio gli affreschi della cupola occorrerebbe sdraiarsi, così ho optato per un punto di vista impensabile per il visitatore, cercando di dare rilievo alla potenza visiva degli affreschi».
Anche un catalogo…
Alla mostra si accompagna un catalogo – che i visitatori potranno ritirare gratuitamente a Palazzo Vescovile – al cui interno sono raccolte le critiche di Carlo Dotto, artista e scrittore veneto che da decenni lavora fra Parigi e l’Italia, e del professor Carlo Caldera, docente al politecnico di Torino. ‘Quo Vadis?’ è un progetto finanziato dal Comune e dalla Diocesi di Acqui Terme con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione.