Il cloroformio e quell’effetto soporifero sugli enti alessandrini
La presenza nelle cantine e nell?aria confermata da Arpa. Ma non sono stati presi provvedimenti. E i controlli si fermano
ALESSANDRIA – Uno studio di Arpa datato 2020 – 2021 aveva evidenziato la presenza di cloroformio (ma non solo) in alcune cantine in prossimità del polo chimico di Spinetta. I campionamenti avevano elevato anche un’altra criticità: la sostanza era presente anche nell’aria, ad esempio nel punto di stoccaggio all’interno del polo chimico e fuori dalle mura dello stabilimento con variazione di direzione legata – ad esempio -ai venti.
Asl aveva lanciato un alert: una certa tipologia di persone non deve essere esposta. È pericoloso.
Insomma, si chiedeva un intervento del Comune che, a quanto pare, dopo tavoli tecnici e tentativi di incontri non effettuati per l’incapacità delle parti di trovare una data che andasse bene a tutti, non è (ancora) intervenuto. E dalla prima lettera di Asl sono passati ormai sette mesi.
Qual è la situazione attuale?
Il Comune non ha disposto nulla. L’Asl ha fornito indicazioni di massima su cosa fare. La Regione ha parlato di proseguire la campagna di approfondimento sullo studio della catena alimentare dopo che sono spuntati ADV e C6O4 in latte e uova.
L’Arpa, in attesa che il Comune emetta un provvedimento, da dicembre ha interrotto i campionamenti: era prevista una campagna di controllo successiva all’azione dell’Amministrazione per verificarne l’efficacia.
Insomma, mentre si attende che l’amministrazione comunale decida sul da farsi, i cittadini continuano a respirare. E senza dispositivi di protezione personale di cui invece si presume siano forniti i dipendenti che lavorano nello stabilimento e a stretto contatto con quel tipo di sostanza.
Non trovano il tempo
Il direttore di Arpa, dipartimento di Alessandria, spiega come l’ultimo documento ricevuto sia una nota di Asl inoltrata al Comune in cui (visto che era fallito il tentativo del tavolo tecnico) spiegava tutta una serie di possibili iniziative da adottare.
Il Comune aveva chiesto quali fossero le aree da osservare, e Arpa, spiega Marta Scrivanti ha fornito all’amministrazione risposte e informazioni.
L’Asl avrebbe fornito una serie di indicazioni sui provvedimenti che si sarebbero potuti adottare.
Ma l’ingranaggio si blocca. Il cerchio non si chiude.
Migrazione confermata
Arpa, nel 2021, ha eseguito tre tranche di campionamenti fornendo i risultati e rendendosi disponibile a condurre una campagna nel momento in cui si fossero adottate iniziative. L’obiettivo di quelle azioni (per ora solo ipotizzate) avrebbero avuto il compito di verificare se i provvedimenti adottati dal Comune fossero effettivamente efficaci.
Tutto, però, è rimasto sulla carta.
L’attività passata aveva confermato «una migrazione di questi composti ragionevolmente dalla falda agli ambienti delle case in quella zona».
L’Agenzia spiega che si tratta di dati “ambientali” che devono essere valutati sul piano sanitario. E Asl, lo scorso novembre, aveva lanciato l’alert.
Fuori dallo stabilimento?
C’è poi la questione del cloroformio nell’aria all’esterno dello stabilimento?
«Siccome questa situazione si presumeva fosse risolta a breve – spiega Scrivanti – la nostra pianificazione prevedeva che una volta date le indicazioni noi saremmo intervenuti con una campagna complessiva indoor – outdoor».
Però la situazione è in installo, quindi cosa accadrà? Non è escluso che Arpa – in autonomia – riprogrammi altri campionamenti.
Quel che è certo, però, è che ad oggi non si sa se i valori di cloroformio siano stabili, in aumento o in diminuzione. «Al momento non abbiamo un dato aggiornato successivo a dicembre», conferma Marta Scrivanti.