Una targa per gli avvocati estromessi dall’albo dalle leggi razziali
Oggi la presentazione a Casale. L'installazione, in via Roma (all'ingresso di Santa Croce), il 30 novembre
CASALE – Il 29 giugno del 1939 il Regio Decreto Legge 1054 – una delle leggi razziali del regime fascista in Italia – aveva disposto la cancellazione degli avvocati ebrei dagli albi professionali.
Oggi, 83 anni dopo, nella sala consiliare del Comune di Casale, è stata presentata la targa in ricordo dei sei casalesi (e del vercellese) che subirono questa aberrante privazione. In contemporanea, un’analoga targa è stata posizionata al tribunale di Vercelli.
Dall’albo degli avvocati del Foro di Casale vennero cancellati gli avvocati Giuseppe Ottolenghi ed Eugenio Ortona, il procuratore Franco Levi e i dottori Renato Morello, Silvio Ortona e Camillo Ottolenghi. Stessa sorte spettò all’avvocato vercellese Vittorio Cingoli.
Per individuarne i nomi è stato fondamentale ed indispensabile il lavoro svolto dall’Avvocatura Casalese, con lunghe ricerche negli archivi nei mesi scorsi.
A introdurre la mattina, stante l’indisposizione di diversi esponenti della giunta, è stato il consigliere comunale Tiziano Allera. Nel corso dell’evento, piuttosto partecipato, si sono intervallati gli interventi di Danilo Cerrato, presidente dell’ordine degli avvocati di Vercelli, Elio Carmi, presidente della Comunità Ebraica, Adriana Torre, nuora di Giuseppe Ottolenghi e testimone di quegli avvenimenti, Laura Ottolenghi, figlia di Camillo, e Joseph Ottolenghi, nipote di Giuseppe. Dopo di loro il presidente dell’avvocatura casalese Stefania Fusano ed Enrica Bertolotto, presidente della sezione penale del Tribunale di Vercelli.
La targa sarà collocata il prossimo 30 novembre (anniversario dell’ordinanza di Polizia con la quale nel 1943 si disponeva l’internamento di tutti gli ebrei) in via Roma, all’esterno di Santa Croce, che fu sede della Corte d’Assise di Casale Monferrato.
«Sei, su una trentina di avvocati dell’epoca in città – le parole di Cerrato – Li riaccogliamo nella nostra casa, nella loro casa, dopo queste leggi esecrabili che li allontanarono, oggi è una giornata di ricordo e soddisfazione».