Robbiano omaggia don Capurro, sacerdote scomodo e progressista
Verrà presentato venerdì a Novi Ligure il nuovo libro di Lorenzo Robbiano (edizioni Epoké) su questa figura rivoluzionaria
NOVI LIGURE — Una vita dedicata agli altri che si snoda tra la vocazione sacerdotale e l’impegno civico, la lotta risorgimentale e le attività archeologiche e culturali. Nel nuovo volume edito da Epoké di Novi Ligure (nella collana “La Torretta”), Lorenzo Robbiano narra la vita di don Gianfrancesco Capurro, sacerdote emerito della comunità di Novi Ligure, il quale si dedicò particolarmente alla cura dei bisognosi e alla loro alfabetizzazione.
Il volume viene pubblicato a 140 anni dalla morte del sacerdote novese e vuole aiutare a riscoprire «questa figura molto importante per Novi, che ha dato un grande contributo alla crescita culturale della città, ma che non è sufficientemente conosciuto – sottolinea l’autore, Lorenzo Robbiano – Il sottotitolo del volume è “Sacerdote scomodo e progressista dell’Ottocento novese”. Capurro aveva particolarmente cura della povera gente e in particolare degli analfabeti, è stato tra i fondatori della prima Soms di Novi nel 1850 e ha creato un metodo di insegnamento molto originale, che è di un’attualità incredibile perché associa la forma di un oggetto a una lettera dell’alfabeto. Sono quindi le immagini a dare un input; il metodo permetteva di insegnare a 150 persone contemporaneamente e nel giro di 2-3 mesi, mentre la scuola pubblica impiegava circa due anni».
Per ragioni di carattere economico, «questo metodo rivoluzionario non venne mai riconosciuto dal ministero della Pubblica Istruzione, che si affidò a sistemi concorrenti, ma venne adottato dal ministero della Guerra perché per i soldati era fondamentale saper leggere e riconoscere la scritta “Esplosivo”, ad esempio».
Il sacerdozio e la creazione di questo metodo rapido per insegnare agli analfabeti a leggere, scrivere e far di conto, non sono certo le sole attività alle quali si dedicò don Capurro. «Partecipa ai congressi delle Società di mutuo soccorso; è un patriota, e con i suoi studenti organizza manifestazioni a favore dell’unità d’Italia. Alle gerarchie ecclesiastiche, queste sue posizioni non andavano a genio» tanto che «minacciato della sospensione a divinis, dal 1861 in poi, non ci sono più tracce della partecipazione di Capurro ai congressi delle Soms».
Don Capurro è un uomo legato alla sua terra, alla storia di Novi e del circondario: quando emergono reperti dagli scavi di Libarna, se ne occupa e «il re lo nomina esperto degli scavi e dei monumenti di Novi. I reperti vennero trasferiti all’Accademia Filarmonica, di cui fu uno dei fondatori».
Il volume – che verrà presentato venerdì 24 giugno, alle ore 17.30, nella Basilica di Santa Maria Maddalena di Novi Ligure, alla presenza dell’autore, di don Livio Vercesi e Mario Scotti – tratteggia la vita di Don Capurro «vista da Novi. Si parte dalla frazione Merella, nella quale è nato, da una famiglia di possidenti, ma lui morirà povero perché spenderà tutto nelle sue attività: gli anni di insegnamento al collegio San Giorgio e le ricerche a Libarna. Venne influenzato dal padre che si era già posto il problema di insegnare ai contadini e aveva istituito una scuola per i contadini». Nel corso della vita, viene inoltre nominato Bibliotecario perpetuo del Comune di Novi.