Abo, Cuttica, il non voto e i non votati
Alessandria, il 26 il ballottaggio. Il campo largo e i problemi del centrodestra
Preferenze, come è andata. Due su tutti, gli altri staccati. Ottimo Ivaldi
ALESSANDRIA – Le preferenze sono quella cosa che interessano non tanto per sapere chi andrà ad amministrare il Comune ma anche per capire quanto è stato convincente il nostro vicino di casa o quanto è piaciuto quello che ci ha inondando di santini la cassetta della posta. O anche quello che ci ha promesso favori, certo.
Che non ci siano più le preferenze di una volta è acclarato. Intanto perché non ci sono neanche più gli elettori di una volta (il numero è drasticamente diminuito), poi perché un tempo i politici erano più “riconoscibili” e si potevano esprimere più preferenze, e infine perché questo nostro sistema elettorale (voto disgiunto, doppio genere…) induce all’errore anche i più attenti che si traduce nella considerazione: “Metto solo una croce così sono sicuro di non sbagliare”.
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Addio, dunque, ai candidati che portavano in dote al partito qualche migliaio di voti. Ora la classifica generale è vinta da Rita Rossa del Pd con 784, davanti a Emanuele Locci di Fratelli d’Italia con 724. Per trovare il terzo bisogna scendere a quota 512, con tanti complimenti a Giovanni Ivaldi di Alessandria Civica.
Se Enrico Mazzoni si conferma usato sicuro (464, secondo del Pd), l’assessore uscente Davide Buzzi Langhi svetta in Forza Italia, il suo collega Mattia Roggero guida la Lega mentre, tra i Fratelli, a proposito di assessori, meglio Monica Formaiano (246, prima donna del centrodestra) di Cherima Fteita (117).
Marica Barrera trascina la lista civica di Abonante, Michelangelo Serra è primo dei Cinque Stelle, Giuseppe Bianchini domina in SiAmo Alessandria e Massimo Arlenghi di Azione ha 121 preferenze, una in più del vicesindaco uscente Franco Trussi, primo della lista Udc. Tra le sorprese, bisogna almeno segnalare Remo Benzi del Pd e Roberta Cazzullo di Articolo 1 nella lista civica di Abonante.
Poi c’è il caso Vincenzo Demarte, che un po’ andrebbe studiato. Cinque anni fa venne eletto col Pd, dal cui gruppo uscì al primo consiglio comunale. Entrò nel “misto”, votò spesso con la maggioranza di centrodestra, che lo ha “premiato” candidandolo in Forza Italia. Ha preso 403 voti. Saranno di sinistra finiti a destra, oppure saranno di centro (Demarte è stato nella Margherita prima e in Italia dei Valori poi) arrivati a destra dopo essere transitati dalla sinistra? Perché lui di preferenze ne ha sempre prese per così. E’ gente che lo apprezza. O, semplicemente, è bravo.